Difendersi da un furto può indurre il malcapitato a passare da vittima a carnefice. Come bilanciare l’istinto di proteggersi col rischio di finire sul banco degli imputati?

di Rosa Soldani

La sicurezza nelle nostre città e l’esigenza di difesa dei luoghi in cui si vive, primo fra tutti la casa, sono requisiti fondamentali e temi fortemente sentiti tra la gente, soprattutto alla luce del crescente aumento di furti, rapine, episodi di violenza che riguardano l’intero territorio nazionale ma anche le nostre terre.

Il malcontento che ne deriva è tanto più acuito se si pensa che eventuali tentativi di autodifesa possano trasformarsi in guai giudiziari per chi, costretto suo malgrado a subire la violazione della propria abitazione o il rischio di vedere lesa l’incolumità dei propri cari, tenti una reazione improvvisa, il più delle volte dettata dall’istinto. A questo proposito, durante la prossima settimana proseguirà da parte della Commissione giustizia il vaglio di una delle proposte di legge più scottanti del momento, in materia di legittima difesa: la proposta Molteni, presentata nel febbraio 2015 e che prospetta l’introduzione di una presunzione di legittima difesa che superi la necessità del requisito di proporzionalità tra difesa ed offesa. Di fatto, si chiede che la legittima difesa, di cui all’articolo 52 del codice penale, non sussista solo in presenza di un pericolo attuale, il ladro con la pistola puntata, per intendersi, ma anche semplicemente in caso di violazione di domicilio da parte di soggetti che rechino i tratti distintivi del malintenzionato, quali il volto travisato piuttosto che un’arma in pugno o uno strumento di effrazione, e che la difesa possa avvenire in qualsiasi modo, non soltanto con l’uso di armi legittimamente detenute. La magistratura ha già espresso il proprio parere contrario rispetto a tale proposta: secondo i giudici si paleserebbe il rischio di un vero far west laddove fosse consentito alle persone, esasperate dagli episodi di criminalità, di potersi in qualche modo fare giustizia da sé. Sicuramente questa questione terrà banco tanto nelle aule parlamentari quanto nei talk show. L’auspicio dei cittadini è, comunque, che si possa sempre ricorrere a rimedi più immediati e concreti quali una maggiore sorveglianza e una giustizia più certa e celere affinché episodi di questo tipo possano essere scongiurati alla radice.

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