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Oltre cento persone hanno visitato uno dei simboli della storia nocerina, che il lavoro di una associazione di giovani nocerini sta cercando di rilanciare come meta turistica

di Anna Califano

Si è tenuto ieri il secondo appuntamento del progetto “Visitiamo il Castello” organizzato dall’associazione “Ridiamo vita al Castello“. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di permettere ai visitatori di esplorare l’area accompagnati da guide gratuite realizzate dai volontari dell’associazione.

Ma cosa spinge un gruppo, di circa quaranta giovani, a realizzare tutto questo e ad impegnarsi così? Il presidente dell’associazione Francesco Orlando, un ragazzo nocerino di 21 anni, afferma che «La volontà del gruppo è quella di riscoprire e riportare l’attenzione sul patrimonio artistico-culturale di Nocera, e in particolare sul Castello, che consideriamo una grande ricchezza del nostro territorio».
Nella giornata di ieri, voluta e patrocinata dall’amministrazione Torquato oltre 100 persone sono venute a visitarlo, tra le quali visitatori provenienti anche da Pescara, Torre Annunziata, Napoli e durante l’anno addirittura stranieri come olandesi, neozelandesi e americani.
Tutti affascinati dalla storia del Castello che tra le sue mura ha potuto accogliere Boccaccio, Papa Urbano VI, Dante Alighieri mentre faceva visita all’amico Carlo Martello D’Angiò, Elena degli Angeli (vedova di Manfredi) prigioniera fino alla morte proprio nelle stanze del castello, ma soprattutto la moglie di Carlo D’Angiò, Beatrice di Provenza, che venne qua, malata e gravida, proprio per usufruire della salubre aria di collina.
Desta molto rammarico che quell’aria cosi salutare oggi sia contaminata dagli scarichi e dalla spazzatura del terreno che circonda il Castello; terreno usato impropriamente come discarica di amianto e altre sostanze tossiche, e di rifiuti speciali come sanitari e scheletri d’auto.
Tutto questo ai piedi di un luogo che ha ospitato la storia dell’agro, che oggi viene portata alla luce da giovani ragazzi che lottano quotidianamente per ridarle giustizia. Numerosi sono stati gli interventi dei volontari, aiutati da scuole e cittadini, per ripulire la zona che versava in condizioni disastrose. C’è ancora molto lavoro da fare e la necessità di un intervento da parte dell’amministrazione comunale, ma intanto i volontari si impegnano a diffondere la “conoscenza”, la storia e le origini di questo posto soprattutto alle scuole e ai cittadini del territorio; a mostrare come il Castello può e deve essere vissuto e utilizzato.
Un palazzo con più di mille anni non vuole essere dimenticato e continua a vivere, soprattutto in estate, con attività come cineforum notturni, rappresentazioni storiche con falconieri, performance artistiche e musicali sempre organizzate con passione da questi ragazzi. Per avere più notizie e seguire i prossimi eventi , come il ripetersi di questo domenica 13 marzo, potete visitare la pagina facebook “Ridiamo vita al Castello”.

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