La giovane artista nocerina alla sua prima personale “Human Qualities”, tra volti noti e una passione per l’arte che l’accompagna sin da bambina

di Fedora Alessia Occhipinti

Ha avuto un notevole riscontro di pubblico la mostra della giovane pittrice cavese Simona Santoriello, nata a Nocera Inferiore nel 1994. Una serie di ritratti di personaggi famosi, raffigurati nelle loro espressioni più “umane” ed esposte presso i locali dell’associazione Polis Sviluppo e Azione, hanno affascinato un pubblico variegato di ogni età. Una carriera sicuramente in ascesa quella della Santoriello, che nel frattempo è impegnata con lo studio, primo obbiettivo da completare per dare inizio ad una vera e propria vita professionale artistica.

Abbiamo incontrato la florida disegnatrice durante la sua personale del week end appena trascorso, e con lei abbiamo scambiato qualche chiacchiera per conoscerla meglio.
– Allora Simona, se dovessimo presentarti come artista in 3 parole, quali dovremmo usare?
«Non amo definirmi un’artista, in quanto sento di avere ancora tanto da imparare e sperimentare. Posso dirmi: determinata, innamorata dell’arte e disposta ad imparare».
– Come è nata questa passione per la pittura? Istinto o semplice capacità?
«La passione per il disegno deriva da una curiosità: vedere fino a che punto posso contribuire, con la mia visione dei soggetti e dei paesaggi, al mondo dell’arte».
– Qual è la tua tecnica e cosa ti stimola maggiormente?
«La mia tecnica fondamentale sono i chiaroscuri, che siano ottenuti con matite e carboncino, pastelli o acquerelli. La musica accompagnata all’atto del disegno è il mio stimolo principale».
– Cosa, di un tuo dipinto, mette meglio a fuoco la tua personalità artistica?
«Credo che sia possibile vedere, attraverso le mie opere, la mia tendenza a sottolineare lo sguardo di ogni soggetto ritratto».
– Quali sono gli artisti che maggiormente hanno influenzato il tuo lavoro?
«In pittura ho come punti di riferimento Van Gogh e gli Impressionisti in generale. In disegno preferisco non avere alcun punto di riferimento particolare».
– Il tuo è un approccio chiaramente moderno alla pittura. Come ti poni invece nei confronti dell’arte antica?
«Ho avuto modo di studiare anche l’arte antica, all’università. È un’arte che ammiro tantissimo, ma che allo stesso tempo ritengo lontana, in quanto propone una perfezione formale e un lavoro accuratissimo nei dettagli, elementi che mi appartengono poco o nulla».
– Un consiglio spassionato da giovane artista a giovane artista: quale l’ingrediente fondamentale? Il primo passo da compiere nel mondo dell’arte?
«L’ingrediente fondamentale è la pazienza. Ma consiglio soprattutto di non interrompere l’attività del disegno o della pittura per lunghi lassi di tempo e di non lasciarsi abbattere da una giornata o uno stato d’animo sfavorevoli alla realizzazione di un’opera».
– Pensi che l’arte in qualche modo possa aiutare il cambiamento?
«Io credo che l’arte sia essa stessa cambiamento. Apre le menti, porta al confronto ed è in grado, spesso, di mettere in discussione un punto di vista».
– Dopo la laurea, quali saranno i tuoi progetti futuri?
«Dopo la laurea tenterò la strada della specializzazione in disegno, ma allo stesso tempo mi piacerebbe intraprendere la via della critica d’arte».
– C’è una domanda che non ti abbiamo fatto e che avresti voluto trovare in questa intervista?
«Credo che le nove domande precedenti siano sufficienti nel fornire un quadro complessivo di me e le mie opere. Sono però convinta che osservare queste ultime dal vivo può chiarire maggiormente le idee».

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