In occasione del decennale di vita del periodico “Cava Notizie” un megaconcerto di artisti che diventerà un tour itinerante. Tra essi Antonello Rondi, Mario Maglione e Monica Sarnelli e Gianfranco Caliendo

di Nino Maiorino e Gigi Di Mauro
E’ stato un successo oltre le aspettative quello di “Napoli Classic in Tour”, l’iniziativa voluta dal Gerardo Ardito, editore della testata giornalistica “Cava Notizie” e presidente della neocostituita associazione “Musica è vita” andata in scena al cinema Alambra di Cava de’ Tirreni il giovedì 18 e venerdì 19 febbraio. Insieme ad Ardito, anima della manifestazione è stato Antonio Romano, proprietario di Radio Amore.

Una due giorni che ha visto salire sul palcoscenico – con un importante riscontro di pubblico proveniente non solo da Cava ma in buona parte dalle due Nocera – nomi ben noti come Antonello Rondi, Mario Maglione (erede di Roberto Murolo), Monica Sarnelli, Gianfranco Caliendo (ex leader de “Il giardino dei semplici”), Antonio Siano (erede di Sergio Bruni), e meno noti, ma bravissimi, come Carmine De Domenico, Flora Contento, Massimo Masiello.
Occasione dell’evento la proposta di creare nella città metelliana – in concomitanza con i dieci anni di vita di “Cava Notizie” – che come a Nocera Inferiore e in altre città del circondario, manca di un presidio culturale dedicato alla canzone classica napoletana, una struttura che sarà anche, grazie alla collaborazione di Gianni Caliendo, anche una scuola di canto.
Questo permetterebbe di tutelare una tradizione culturale di rilevanza mondiale, unanimemente riconosciuta. Ancor più se si pensa che la stessa Napoli, epicentro della cultura canora classica napoletana, non ha un teatro stabile dedicato alla canzone classica.
Parlare della canzone napoletana non vuol dire solo rendere omaggio agli innumerevoli poeti, musicisti e compositori che, nei secoli, hanno composto pregevoli opere musicali cosiddette popolari, vale a dire non solo destinate al popolo, ma che erano espressione delle manifestazioni del popolo stesso: le popolane, le lavandaie, la gente di strada accompagnava i propri lavori, svolti prevalentemente per strada, con espressioni musicali frutto della loro genialità, che poi venivano arricchite nel mentre si tramandavano ad altri. Parlare della canzone napoletana vuole anche di tornare alle radici del nostro essere campani, della nobiltà della nostra terra, quasi sempre ricordata per i soli e numerosi lati negativi che oscurano i tanti aspetti positivi che pure essa ha. E’ ovvio che tutto ciò è ben radicato nella nostra cultura e sensibilità, ma è anche ovvio che molto spesso, anche per effetto di una sorta di degenerazione che anche la canzone napoletana, come tutto, ha subito nell’ultimo mezzo secolo, l’espressione “canzone napoletana” è diventato sinonimo di sottocultura, alimentata specialmente da una categoria di compositori che hanno creato un genere diverso di canzone napoletana, conosciuto come il genere “neo-melodico”, tante volte accoppiato, purtroppo, a fenomeni criminal-popolari che si contornano di artisti ed esecutori che si dedicano esclusivamente a questo nuovo genere. Ma la vera canzone napoletana è altro, e bene si fa a parlarne, a farla riascoltare, ad approfondirne testi e musiche: testi che spesso sono vere e proprie poesie, popolari e non, in vernacolo, con una “presa” emozionale che non è minimamente paragonabile agli stessi testi tradotti in italiano: vernacolo del quale, purtroppo, spesso ci si vergogna associandolo a sottocultura. Ed è per questo che, veri appassionati della tradizionale canzone napoletana, stanno creando presidi territoriali con lo scopo di rendere il cittadini edotti e far apprezzare il valore e le bellezze della canzone napoletana che può essere considerata tra le prime nel mondo e certamente la prima in Italia: seguita, ma a distanza, da quella romana, fiorentina e milanese che però solo in poche occasioni ne raggiungono la ricchezza poetica e musicale. Ben vengano, perciò, iniziative come quella di Gerardo Ardito e di Antonio Romano di Radio Amore, altro approfondito cultore della canzone napoletana che, tramite le sue emittenti, continuamente divulga. Ad aprire e chiudere le serate la canzone simbolo della neo-costituita associazione, “Canta Mamma” il cui testo è stato scritto da Gerardo Ardito con la collaborazione di Flora Contento ed è stato musicato da Gianfranco Caliendo. Un ultimo riconoscimento va a Mariella De Tommaso, scultrice e ceramista, figlia d’arte, che ha realizzato la piastrella di terracotta, simbolo dell’associazione, donata a tutti gli artisti che si sono esibiti. La manifestazione, nelle intenzione dei suoi creatori, sarà itinerante nella provincia di Salerno. Un’occasione da non perdere, al prossimo appuntamento.

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