Cosa pensano gli alunni delle loro scuole? Abbiamo fatto un sondaggio per capire il rapporto con professori, dirigenti e strutture didattiche

di Anna Vittoria Fattore

“Troppo spesso la scuola, così com’è, non riesce a suscitare interesse in noi ragazzi. Invece di rendere sereno l’ambiente solo per gli open day, perché non si pensa alla sostanza?” Questo è il grido d’aiuto lanciato da moltissimi studenti degli istituti superiori di Nocera Inferiore. Corsi pomeridiani assenti, uscite scolastiche solo per sentito dire, servizi igienici che, per troppe scuole, sono un miraggio, insegnanti che non riescono ad approcciarsi bene con i propri alunni.

«I registri elettronici sostituiscono quelli cartacei: la tecnologia sta facendo il suo corso. Sicuramente tutto ciò è essenziale per i tempi che corrono, non dimentichiamoci però della sostanza»: queste sono le parole di Domenico Pessolano, alunno del Liceo Classico-Linguistico Giambattista Vico. È possibile progredire nella forma ma restare indietro nella sostanza?
«Molti ragazzi non riescono ad appassionarsi a ciò che studiano: la struttura migliora di giorno in giorno ma come in tutti gli ambiti, si può fare di più».
E’ un’osser-vazione che fa riflettere quella di Assunta Parziale, un’alunna del Liceo Scientifico Nicola Sensale. Perché molti ragazzi non trovano interessante ciò che devono studiare? Mancanza di impegno da parte loro o metodi di insegnamento poco efficaci? «Le persone esterne si soffermano sugli spettacoli, noi ragazzi viviamo una realtà un po’ diversa», è ciò che ha detto un’alunna dell’ Istituto Magistrale Alfonso Galizia. Scuole dove l’organizzazione risulta efficace ma dove le strutture sono fatiscenti. Istituti dove succede il contrario. Non esiste la scuola perfetta certo, ma perché vi sono molte considerazioni negative? «Vorremmo solo dei servizi igienici migliori, dei modi di fare scuola più coinvolgenti. Vogliamo degli spunti per riuscire ad emergere!»: niente male le “pretese” di alcuni studenti dell’Istituto Alberghiero Domenico Rea. Si rimane disorientati: è il sistema che funziona poco e niente o sono gli alunni che vogliono solo trovare scuse? Una cosa è certa: l’istituzione scolastica non dovrebbe limitarsi a far aprire il libro a pagina tot, ma dovrebbe essere un semplice punto di riferimento. Se non investiamo sui giovani d’oggi, come possiamo sperare in un domani diverso e magari migliore?

Di Gigi Di Mauro

Giornalista con esperienza quasi quarantennale, è educatore e pedagogista clinico. Da oltre un ventennio si dedica allo studio della storia comparata delle religioni, ottenendo nel 2014 dal Senato accademico dell'MLDC Institute di Miami una laurea Honoris Causa in studi biblici. È autore di alcuni saggi, tra i quali uno sulle bugie di storia e religione

Lascia un commento