In uno studio pubblicato da We Are Social, sono state descritte le modalità di utilizzo di internet, divise a seconda del paese analizzato. Drammatica la situazione nel Paese di Kim Yong Un

di Valerio Kohler

Si sa che la Corea del Nord non è mai stata un paese noto per la sua tolleranza o per le sue prodezze compiute con le altre nazioni. Kim Yong Un nonostante ciò è considerato un essere sovrumano tra gli abitanti, una figura sacra che nel paese potrebbe essere tranquillamente accostata ad altre ben più influenti; persone come Gesù o Maometto.
Le persone si trovano quindi a dover passare per una statua di Kim Yong Un ogni volta che si sposano, hanno strade ed edifici di ogni tipo dedicati a lui e ogni 15 aprile festeggiano il giorno del sole: una festività incentrata sulla nascita del grande leader.

La chiusura dei confini e dei mass media ha poi fermato la diffusione di rapporti più dettagliati e seri sulla situazione vissuta nel paese. Tra difficoltà e problemi, persino di sopravvivenza, uno studio pubblicato da We Are Social ha espanso ulteriormente le modalità con cui la propaganda viene diffusa: tramite l’annullamento stesso di internet. Ormai la maggior parte di noi esseri umani è abituata a considerarlo come una fetta della nostra vita quotidiana, con notizie di ogni tipo e qualità che escono senza sosta, portandoci a giudicarlo addirittura dannoso. Ebbene, forse questo fatto vi aiuterà a ricredervi.
Il 99,97 per cento dei coreani del nord non ha accesso ad una rete (bisogna però ricordare che internet non è assolutamente il primo problema per gli abitanti, ci sono beni primari che scarseggiano e hotel che si trovano spesso senza acqua), che a conti fatti non è neanche internet, ma una controparte orwelliana chiamata inTRAnet. Solo le informazioni decise dal governo possono passare, tra cui versioni di Facebook completamente modificate per rendere possibili solamente gli auguri. Quali saranno state le scuse proposte dal regime per giustificare questa chiusura? Naturalmente portarli all’Occidente li avrebbe intossicati e resi delle persone deprecabili! Dopotutto ci sono diversi capri espiatori per la Corea del Nord, tra cui gli USA, che vengono spesso definiti: “gli USA imperialisti” per accentuare ulteriormente le false prodezze dell’esercito nel respingerli. Da queste parole, quindi, cosa si può estrapolare? Che internet non è altro che uno strumento, un’arma della libertà e che, tutto sommato, non andrebbe demonizzato nel modo in cui lo facciamo oggigiorno ma, anzi, bisognerebbe sforzarsi in tutti i modi possibili per migliorarlo e renderlo un posto quantomeno illustre.

Di Gigi Di Mauro

Giornalista con esperienza quasi quarantennale, è educatore e pedagogista clinico. Da oltre un ventennio si dedica allo studio della storia comparata delle religioni, ottenendo nel 2014 dal Senato accademico dell'MLDC Institute di Miami una laurea Honoris Causa in studi biblici. È autore di alcuni saggi, tra i quali uno sulle bugie di storia e religione

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