Nell’aula consiliare del Comune è stato presentato e firmato il patto di presidio per la nascita della sede nocerina dell’associazione contro le mafie. Diversi gli interventi

di Marco Stile

Un deciso passo avanti verso la lotta alla criminalità organizzata, un segnale forte per il nostro territorio. Si è tenuto ieri sera, nell’aula consiliare del Comune di Nocera Inferiore, l’inaugurazione del presidio di “Libera, Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”. La sede nocerina è stata intitolata alla memoria di Jerry Essan Masslo, immigrato sudafricano ucciso a Villa Literno nel 1989 da malviventi che tentavano di rapinare lui ed alcuni compagni.

Tanti sono gli esponenti dell’associazionismo che sono intervenuti per dare un contributo all’evento, al quale hanno partecipato gli associati di “Libera”, alcuni dirigenti scolastici, e una folta platea. All’incontro ha presenziato anche Fabio Giuliani, referente regionale dell’associazione, che introdotto i temi sui quali si è dibattuto.
La prima a prendere la parola è stata Anna Garofalo, responsabile di “Istruzione e formazione” al coordinamento provinciale. La Garofalo ha evidenziato il cruciale ruolo delle scuole: «Hanno instaurato un dialogo comune per approfondire la tematica degli immigrati sul territorio. La scuola è sede di speranza e mira alle coscienze dei ragazzi».
A seguire l’intervento di Renato Natale, sindaco di Casal di Principe, il quale lancia innanzitutto un interrogativo provocatorio ed interessante: «È possibile che nessuno pareva essersene accorto delle migliaia di morti ammazzati? Le televisioni e i media non davano alcun risalto al fenomeno all’epoca di Berlinguer. Non siamo più capaci di contare le morti a due passi da noi».
Ha preso la parola anche il responsabile del settore “Beni confiscati”, il leccese Davide Pati, il quale evidenzia l’importanza del momento: «Con questo patto viene sancito qualcosa di importante, per condividere dal Nord al Sud la memoria delle vittime delle mafie. Esiste un principio fondamentale: i beni confiscati devono diventare beni comuni».
Infine, il referente di presidio, Francesco Vecchione, ha riassunto brevemente i contenuti della serata: «I beni confiscati sono un’enorme potenzialità dal punto di vista sociale ed economico. Cito lo stesso Masslo: “Prima o poi qualcuno ci ammazzerà, e sarà troppo tardi quando ce ne accorgeremo”. A seguito della sua morte, che ancora oggi offre tanti spunti di riflessione, ci fu una grande bonifica legislativa».
Al termine degli interventi, gli associati hanno letto e firmato il patto di presidio, nel quale sono esposti i principi fondamentali e gli obiettivi che l’associazione si prefigge per combattere la criminalità organizzata, ora più che mai.

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