La nuova normativa regionale è tutt’altro che chiara, e sembra ricalcare da vicino quella che l’ex governatore Caldoro non ha fatto in tempo a fare approvare. E intanto nell’Agro la Gori continua la sua opera di sostituzione dei contatori
di Nino Maiorino
Si rincorrono e si accavallano le notizie che riguardano la difficile guerra per la pubblicizzazione della gestione delle risorse idriche in Campania.
Nell’Agro Sarnese – Nocerino e Vesuviano da una parte sono schierati i comitati sorti spontaneamente in conseguenza della politica attuata dalla GORI, dall’altro la GORI e la Regione Campania. Quest’ultima, che con la precedente amministrazione Caldoro era orientata ad estendere anche ad altri ATO la sua gestione, non sembra aver cambiato orientamento nonostante De Luca, durante la campagna elettorale che poi lo ha visto eletto Governatore, sembrava manifestare intenzioni diverse.
E’ recente l’approvazione della legge regionale di riordino del settore, che si rifà alla normativa nazionale e comunitaria e che deriva da un preciso obbligo giuridico imposto alla Regioni dal legislatore nazionale.
Le due normative, quella nazionale (così come scaturente dal referendum) e quella comunitaria (emergente dai trattati oltre che dalla giurisprudenza Cgce), sono in teoria tutt’altro che ostili ad una gestione pubblicistica del servizio, tant’è che il Comune di Napoli nel 2011 ha trasformato la vecchia Arin, privata, nella società pubblica ABC.
La nuova legge regionale prevede, anzitutto, un unico Ato unico regionale, governato da un ente di nuova istituzione, l’Ente Idrico Campano: una scelta che accentra il potere in ambito regionale e mortifica il ruolo dei Comuni e della democrazia partecipativa.
All’interno dell’unico Ato regionale la legge individua cinque ambiti distrettuali (uno in più rispetto a quelli attuali), per ciascuno dei quali l’Ente Idrico Campano affiderà la gestione del servizio a un soggetto gestore.
La nuova legge regionale, secondo qualche commentatore, nel mentre sembra discostarsi, anche se di poco, da quella che Caldoro non ebbe il tempo di far approvare, e sembra non escludere la gestione pubblica.
Frattanto i Comitati sono nuovamente sul piede di guerra, tant’è che hanno organizzato a Napoli, sabato 28 novembre, una nuova manifestazione pubblica di protesta.
L’altro capitolo è che Gori prosegue il suo lavoro ai danni dei consumatori, e la sua ultima iniziativa è l’invito rivolto agli utenti di consentire la sostituzione dei vecchi contatori (quelli installati dal Comune che precedentemente gestiva il servizio) con quelli nuovi, e prosegue in tale azione nonostante le proteste dei cittadini e dei Comitati e la diffida che, a Nocera Inferiore, ha fatto il Sindaco Torquato per bloccare tale programma.
Nei Comuni dell’Agro nocerino – sarnese – vesuviano è sempre valido il suggerimento dei Comitati: evitare che Gori acceda nelle abitazioni per sostituire i contatori o rilevare i consumi, contestare le “bollette pazze” che Gori continua a inviare, e non farsi intimidire da minacce.
Invece, nei Comuni di Cava de’ Tirreni, Salerno, Pontecagnano e della Costiera Amalfitana proseguono le attività dei Comitati per la pubblicizzazione di Ausino, Ente gestore delle risorse idriche degli stessi, ma ora tutto sembra diventare più complicato alla luce della nuova legge regionale.