Sono confluiti nella città amministrata dal sindaco Torquato ragazzii delle superiori provenienti da diversi comuni. Hanno contestato Buona Scuola, AltraRiforma, caro libri, diritto allo studio. Continuano a denunciare cambiamenti che non li rispecchiano affatto. Osservato un minuto di silenzio per le vittime di Parigi
di Anna Vittoria Fattore
Rosso, giallo, verde, blu. La manifestazione studentesca tenutasi oggi, 17 novembre, è cominciata in questo modo: fumogeni di vari colori hanno invaso le strade di Nocera Inferiore, per simboleggiare la protesta degli studenti che, già da un po’, contraddistingue molti territori italiani.
Buona Scuola, AltraRiforma, caro libri, diritto allo studio, ecco i vari temi che moltissimi ragazzi hanno affrontato. Alle ore 9:00 gli studenti di molte scuole superiori, nocerine e non, si sono incontrati e, con l’aiuto dell’UdS (Unione degli Studenti ), hanno dato il via ad un corteo capeggiato da cori di ribellione verso una scuola che non funziona. Il corteo, dopo aver superato via Roma, ha proseguito fino a piazza Diaz e, dopo aver rimembrato le vittime dell’attentato in Francia con un minuto di silenzio, ha dato inizio ad un’assemblea pubblica. Ci sono stati molti interventi da parte di tanti studenti che continuano a denunciare una riforma che non li rispecchia affatto, il costo dei libri di scuola troppo alto e tante altre tematiche che, ormai, pesano da troppo tempo sulle spalle degli alunni di molte, moltissime scuole italiane. «È inutile che consideriate le manifestazioni studentesche inutili, io ragiono con la coscienza». Ecco le parole di una militante dell’UdS che, con l’aiuto di tanti ragazzi, ha cercato di mandare un messaggio di ribellione per accentuare ancora di più il ‘non ci sto’ degli studenti. Ragazzi che hanno voglia di fare insomma, studenti che credono ancora in qualcosa. Quante altre manifestazioni studentesche dovranno riempire le piazze italiane, prima che chi è di dovere si renda conto che l’istituzione scolastica sta diventando mangime per pochi? Forse rimarrà una lotta senza quartiere, sta di fatto che l’animo della rivolta non lo si può spegnere con riforme che non puntano affatto al benessere degli studenti.