Sul palco del programma presentato da Maria De Filippi, Rudy Zerbi e Gerry Scotti Fabio Pesce entusiasma anche la giuria con il suono del theremin
Servizio in esclusiva di Anna Vittoria Fattore
Chi lo ha detto che la Campania sa sorprendere solo con balli tradizionali e canzoni neomelodiche? A “Tu si que vales“, la trasmissione Mediaset il cui format è molto vicino a “Italia got’s talent” e presentata da Maria De Filippi, Rudy Zerbi e Gerry Scotti, queste convenzioni sono state smentite. Sabato, 19 settembre, sul palco del programma televisivo presentato da Gerry Scotti, è salito Fabio Pesce, 40 anni, napoletano di nascita e casertano di adozione, che ha deliziato tutti gli italiani suonando il theremin, strumento musicale elettronico che si basa su oscillatori che producono dei suoni.
L’artista ha convinto sia i giudici che il pubblico ed è stato felice di aver raggiunto tale risultato, nonostante difficoltà tecniche. A noi del Risorgimento Nocerino non è sfuggita l’occasione di una intervista con uno strumentista decisamente insolito.
-Come le è nata la passione per la musica ed il theremin?
«Per la musica è una storia antica – risponde Fabio – Sono cresciuto con strumenti musicali in casa e da piccolo ho sempre suonato qualcosa. Per il theremin la passione è nata dopo la laurea, l’ho ascoltato e me ne sono innamorato».
-Lei è un uomo che si è sempre messo in gioco: infatti sa suonare svariati strumenti musicali, tanto da disporre di un’intera stanza piena di chitarre, violini e quant’altro. Chi o cosa lo ha spinto ad iscriversi al programma televisivo “Tu si que vales”?
«Non mi sono iscritto e questa è un’altra storia strana. Tempo fa partecipai ad un altro programma televisivo e da allora Mediaset mi tiene in considerazione».
Il musicista ha detto anche che vorrebbe stupire pubblico e giudici tentando di inserire il suo strumento in uno spettacolo più grande. Inoltre, niente sfarzo per Fabio: «Se dovessi vincere, investirei tutto su musica e viaggi», dice.
-Sa suonare molti strumenti ma prova un certo “timore” per quelli ad arco. Perché?
«La risposta è semplice: hanno bisogno di uno sforzo iniziale per ottenere un risultato mediocre».
-Lei è anche vicedirettore di un’accademia musicale. Tra i suoi alunni inserirebbe anche Gerry Scotti?
«Scotti ha ammesso di avere un theremin a casa e di non essere mai riuscito a suonarlo, forse per lo stesso timore che ho io per gli strumenti ad arco. Quindi sì, sicuramente sarebbe un allievo simpatico».
Che dire quindi, riuscirà il nostro simpatico therenimista ad emozionare di nuovo pubblico e giuria a suon di mani in alto? Non possiamo far altro che attendere, sperando che il tempo voli, una sua nuova esibizione.