Dal 9 al 13 settembre una cinque giorni dedicata alla cultura e al divertimento con ospiti e saggisti di fama internazionale. Immigrazione e identità alcuni dei temi trattati

di Annamaria Norvetto

Si è tenuto ieri il primo appuntamento con la diciannovesima edizione del “Festivaletteratura”: una lente di ingrandimento, tutta italiana, sul mondo dei libri.

«Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi, o, come fanno gli ambiziosi per istruirvi. No, leggete per vivere». Era l’opinione di Gustave Flaubert sull’importanza di leggere per poter vivere pienamente. Deve essere questa la motivazione che ha spinto, in poche ore, centinaia di volontari e migliaia di persone a presenziare ieri tra il pubblico del Festival: reading, percorsi guidati, spettacoli, concerti con artisti provenienti da tutto il mondo, che si ritrovano a Mantova per vivere in un’atmosfera di festa e fusione culturale. «Ora mi ritrovo a Mantova dove, in una serata di luglio, alcuni mantovani fecero la bella pensata d’organizzare una specie di “festa” della letteratura, da tenersi ogni anno sul finire dell’estate». Parlava così del Festival, Andrea Camilleri, in una delle tante edizioni: questa manifestazione culturale nasce dall’idea di sette cittadini mantovani che hanno voluto condividere la loro passione per la letteratura coinvolgendo la comunità mantovana. Poco a poco, la manifestazione si è trasformata in un evento di fama nazionale e internazionale ospitando le voci più interessanti delle letterature emergenti, e ancora saggisti, musicisti, artisti, scienziati.
Tra gli ospiti della prima giornata, lo scrittore svizzero e di origini egiziane, Taqir Ramadan, uno dei più autorevoli studiosi islamisti contemporanei, che si occupa da anni di religione, identità e cultura. «Per conoscere davvero noi stessi – ha dichiarato Ramadan – dobbiamo passare attraverso la conoscenza dell’altro, accettandolo e imparando dalla sua diversità. La questione della tolleranza culturale per me si riflette in un concetto molto semplice: posso vedere “me” solo quando riesco a vedere anche un “te”». Sui temi del rispetto e della tolleranza delle diverse identità culturali si è espresso anche Okey Ndibe, giornalista, scrittore e saggista nigeriano che scrive per le più importanti testate americane da diversi anni. «L’identità – ha spiegato Ndibe – è il tema principale dei miei romanzi. Ci sono tantissimi modi in cui la società riesce a discriminare le persone: per la loro pelle, per il loro accento e per la loro posizione economica. Dobbiamo puntare ad una libera circolazione di idee per contrastare l’ignoranza del pregiudizio».
Un’attenzione particolare è rivolta ai bambini e agli adolescenti: numerosi incontri, spettacoli e laboratori sono pensati solo per i ragazzi o per adulti e ragazzi insieme. Inoltre, è stata allestita una biblioteca interamente in stile gotico, da poter consultare e visitare.

 

Di Gigi Di Mauro

Giornalista con esperienza quasi quarantennale, è educatore e pedagogista clinico. Da oltre un ventennio si dedica allo studio della storia comparata delle religioni, ottenendo nel 2014 dal Senato accademico dell'MLDC Institute di Miami una laurea Honoris Causa in studi biblici. È autore di alcuni saggi, tra i quali uno sulle bugie di storia e religione

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