L’alano nero fu trovato due anni fa a Nocera Superiore in condizioni disperate. Le cure del volontario di una struttura di ricovero l’avevano riportato in ottima salute e a diventare amico di tanti. Lo ha stroncato una malattia da zecche: l’ehrlichiosi
di Enrica Granato
Sansone non ce l’ha fatta.
Stamattina il cuore del gigante buono ha smesso di battere, perdendo contro la sua ultima battaglia: l’ehrlichiosi.
Sono in tantissimi a piangere la sua morte: dai volontari della struttura che lo accolse, che l’hanno amato fin dal suo ingresso in canile (avvenuto circa 2 anni fa ) al punto da trasformarlo nella loro mascotte, alle persone che si sono appassionate immediatamente alla sua triste storia.
Perchè Sansone ha avuto una vita tutt’altro che facile, a discapito della sua razza notoriamente delicata e bisognosa di particolari attenzioni.
Un alano puro, nero, con occhi languidi ed intensi, ma soprattutto tanta voglia di ricevere attenzioni : nonostante l’aspetto imponente di chi sfiora il metro d’altezza, infatti, questo cucciolone era docile e buono con chiunque, sempre pronto a giocare e a farsi accarezzare dai visitatori che andavano lì anche per solo per conoscerlo.
Eppure c’è stato qualcuno che in passato ha pensato bene di fargli del male: per ignoranza, per cattiveria, per stupidità, per vigliaccheria o semplicemente per inciviltà, quando Sansone aveva appena 15 mesi è stato abbandonato in una discarica della periferia di Nocera Superiore, alla mercè delle intemperie invernali, da un padrone senza scrupoli che l’ha lasciato senza cibo nè acqua per quasi due mesi. Fino a quando, cioè, il 21 dicembre 2013 qualcuno non ha notato sul ciglio della strada quel che restava di lui: un mucchietto di ossa immobile, stremato dagli stenti al punto da sembrare molto più vecchio dell’età che aveva.
Avvisati i volontari, l’alano è stato prontamento soccorso e curato: i test ematici non riscontrarono gravi patologie ma lo strazio subito da quel corpo digiuno e congelato era evidente. Francesco Solimando più di chiunque altro gli è stato accanto con indescrivibile amore, instaurando fin da subito un rapporto simbiotico con l’animale. Al punto da trascorrere le festività natalizie in canile pur di somministrargli le flebo e le medicine necessarie per il recupero. Ed alla fine la forza di questa amicizia ha avuto la meglio su tutto: Sansone si è ripreso in fretta, ha messo su peso, il pelo è ricresciuto lucente, ed ha ripreso a camminare nonostante le zampe posteriori avrebbero per sempre portato i segni della tortura subita in quella discarica. E dopo circa due anni, è arrivata anche la notizia che tutti gli ospiti della struttura attendono con ansia: una famiglia aveva deciso di prenderlo con sè e di accoglierlo nella loro casa. Purtroppo, la malattia è arrivata prima del furgone che avrebbe dovuto spalancargli per sempre le porte della libertà. Come accaduto a Dalila, alano femmina ritrovata a pochi mesi dal “fratellone” e nelle stesse condizioni, che ora vive serena con i suoi nuovi padroni.
Piace a tutti pensare che sia andata così perchè Sansone aveva deciso in cuor suo di restare con Francesco, il suo eroe, fino alla fine. E che ora sia libero di correre sulle nuvole insieme ai tanti altri pelosetti che, come lui, dopo aver capito fino a che punto può spingersi la cattiveria di certe persone, sognavano solo una famiglia e tanto amore.