L’eucaristia «non è un premio per i perfetti ma un generoso rimedio e un alimento per i deboli». Lo scrive Papa Francesco nell'”Evangeli gaudium“. Una frase che in qualche modo, sia pure nella tradizionale prudenza (a volte davvero eccessiva) della Chiesa,
dimostra come e quanto il problema dei sacramenti ai divorziati risposati sia divenuto sentito, fino al punto di convocare un Sinodo dei vescovi che in due tappe, nel 2014 e nel 2015, che si occuperà della famiglia tentando di riscrivere alcune regole ormai davvero difficili da sopportare per i fedeli del XXI secolo.
Il problema ovviamente non è nuovo, ma ultimamente ha finalmente conosciuto una spinta accellerativa anche a seguito della vera e propria ribellione dei vescovi tedeschi, che sta continuando incurante delle opinioni contrarie della Congregazione della dottrina della Fede. Insomma, i vescovi tedeschi -almeno quelli che fanno parte dei “ribelli”- hanno già stilato una bozza delle nuove linee guida per l’eucaristia ai divorziati-risposati, e sperano di votare queste nuove regole nel marzo del 2014.
«Ma direttore – mi dice un’amica divorziata e risposata – le sembra normale che se una persona le chiede del cibo perché ha fame, lei la porta nella sua cucina, gli fa sentire gli odori dei prelibati cibi che sta cucinando, e poi dica a questo poveretto «Guarda, saziati di odori perché tu non puoi mangiare, devi stare a dieta». Ma che mondo incivile è?? Io, per dirla tutta – continua la mia amica – rispecchio quasi del tutto l’esempio che fece Papa Francesco: un primo matrimonio che descrivere infelice è poco, fatto in chiesa “perché così si usa”, e finito in modo miserrimo. Poi dopo cinque anni ho conosciuto una brava persona, mai sposata prima, con cui ci siamo trovati talmente bene da decidere di avere non uno ma due bimbi, e insieme abbiamo trovato la gioia della fede. Ora, lui – ripeto mai sposato prima – per la Chiesa è peggio di un omicida (si, perché all’omicida che si dice pentito la comunione la si da). Io invece sono poco meno di una prostituta. Per battezzare i miei bambini sono dovuta ricorrere alle cosiddette amicizie, perché per la Chiesa sono figli di due persone amiche di Satana. Intanto però i politici che hanno affamato e stanno affamando l’Italia sono trattati dai religiosi con i guanti bianchi e chi tradisce di continuo il coniuge con due atti di dolore torna più pulito che con il Dash, Se continuano così anche io e mio marito, come tantissime persone, ci allontaneremo decisamente, sia pure con dolore, da questa Chiesa, pur restando credenti».
L’incontro in programma con Papa Francesco a Gerusalemme nella primavera 2014 con il Patriarca ecumenico Bartolomeo I potrebbe portare grandi novità in questa vicenda. Entrambi stanno infatti fortemente lavorando alla riunificazione delle due Chiese sorelle e, come è noto ai più, la Chiesa Ortodossa è decisamente più caritatevole con i propri figli incorsi in un matrimonio errato. E’ vicina la fine della sofferenza per i divorziati e risposati cattolici? Sono in molti a sperarlo.