Lo svela uno studio del San Raffaele. La ricercatrice Ileana Terruzzi spiega come è stata isolata la sostanza presente nel legume, la conglutina-gamma, che avrebbe il merito di contrastare la malattia
I semi del lupino, legume dal sapore antico, oltre che inimitabile break di partite allo stadio e scorpacciate infantili, sono un antidoto al diabete.
Il lupino, noto da sempre per le sue virtù terapeutiche, è stato trovato dagli archeologi persino nelle piramidi egizie e Maya. Questo seme sarebbe dunque un’alternativa, buona e naturale, all’insulina. Lo dice uno studio dell’Unità di metabolismo-nutrizione dell’Istituto scientifico universitario San Raffaele di Milano, che ha scoperto gli effetti ‘insulino-mimetici’ di una proteina vegetale presente in abbondanza nei semi gialli, la conglutina-gamma.
Il coordinatore della ricerca, il professor Livio Luzi, spiega che i dati raccolti indicano “che la conglutina-gamma”, sostanza presente nel legume, “come l’insulina, facilita il reclutamento delle cellule muscolari giovani, incentivando la loro fusione in fibre muscolari mature e promuovendo un incremento della loro lunghezza e diametro”. Per il suo contributo nella regolazione della crescita muscolare potrebbe avere, spiega l’esperto, “prospettive di applicazione anche come integratore alimentare e sportivo”.
Ma quanti lupini occorrerebbe mangiare per avere l’effetto di una dose di insulina? “Una dose vera e propria – ci spiega Ileana Terruzzi, ricercatrice che si è occupata del protocollo e della parte sperimentale dello studio – non possibile stabilirala. Un seme di lupino è caratterizzato da proteine per il 45% e di questa percentuale solo il 5% è formato dalla conglutina-gamma. Non si tratta di una concentrazione elevatissima – fa notare – ma è stato chiarito che il suo effetto è come quello dell’insulina”.
Terruzzi fa notare che l’esperimento del San Raffaele, ha riguardato “la conglutina purificata e isolata dal lupino: la proprietà del seme giallo – ci dice la ricercatrice – è conosciuta da tempo nella medicina tradizionale, addirittura anni fa il lupino veniva somministrato, nel tentativo di aiutare paziente diabetico. Ma quella proprietà era attribuita a tutto il seme, non comprendendosi quale fosse la molecola a cui attribuire quel merito. La forza del nostro lavoro è stato riconoscere che quel merito era della conglutina-gamma”.