Questa carne molestata
Ha pure
Quando meno aspetta
I fremiti dell’alba
E mi brilla dolce
La vita
Come un prato
Al rinvenuto bacio
Della rugiada

 

E’ questa poesia, di Giuseppe Ungaretti, che ha ispirato i versi sciolti della nostra collaboratrice e amica Freya Dru. E giacché è stata così gentile da fornirci sia la sua produzione letteraria che i versi di Ungaretti, pubblichiamo entrambe le cose così che i nostri lettori possano comprendere come, a tanti anni dalla scomparsa del poeta, le sue parole possano ancora suscitare così intense emozioni.

 

Brulicante stellato notturno

cicaleggio frenetico diurno
corpi arsi e tesi dal sole flambè su asfalti come braci ardenti
risacche scogliose o sentieri di fronde ombrosi freschi di salsedine alla clorofilla
tenta la mente di non trafelarsi nell’ansia del sudore
mentre occhi e pelle restituiscono ai ricordi le cromie pensate perdute
stagione di pienezza colma l’aspettativa
ma è il senno a suggerire di conservare la bussola puntata verso la luna per non intrigare la rotta con fatue velleità e ameni fanatismi
gli stolti occhieggiano boccheggianti in azzardato e disorientato rettilineo
i saggi sperimentano in salita la stella del nord e il proprio inquieto incerto valore

Freya Dru

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