Dopo il rinvio imposto contro il Lecce, il derby con la Paganese si disputerà a porte chiuse a Pontedera. Con quale spirito? E per quale futuro?

 

 

di Roberto Alpino

 

 

Nell’ardore della pugna
voi chiamaste il “nocerino”
il “molosso” ossia il “mastino”
dello sport calciator…
(G. Zoppi)

Altre rime, altri (bei) tempi. In effetti, solo i meno realisti non s’aspettavano l’ultima pantomima inscenata dal Comitato di analisi sulle manifestazioni sportive, giunta ad avvelenare ancor di più, ove possibile, un ambiente già di per sé poco salubre, a coronamento dei tanti titoli fuori luogo di queste settimane.

Nocerina – Lecce rinviata al 18 dicembre; Paganese – Nocerina, inizialmente dirottata oltre oceano, spostata a Pontedera, di sabato, a porte chiuse. Due pesi, due misure a svilire e stizzire gli animi dei nocerini.
Equo sarebbe stato, pur volendo considerare la gara coi pugliesi a rischio, attuare restrizioni all’indirizzo dei tifosi ospiti, come ideato in occasione dell’ultimo match rossonero, o no? Troppo equo e semplicistico, probabilmente.
Ora come ora, Nocera forse deve scontare l’essere stata una voce fuori dal coro (peraltro sostenuto da tantissime tifoserie di tutta Italia). Idem per i recenti arresti per fatti accaduti in agosto. Casualità?
Pertanto, ovviamente, è cosa buona e giusta che sia diventato uno sport internazionale lanciare anatemi all’indirizzo dei nocerini, affermando che i veri antisportivi sono i calciatori, peggio ancora che i veri criminali sono i tifosi che popolano le nostre città, i cani randagi, finanche il ciuccio del parco comunale, di certo non chi ha malmenato 5 sedicenni con tuta rossonera inneggiando a squadre e paesi limitrofi.
Protesta civile, pur opinabile, trasformata in boomerang dalle conseguenze “work in progress“. A far data dal 10 novembre, in sintesi, il “sistema-calcio” è andato in tilt per l’ennesima volta.
La domanda nasce spontanea: intimidazioni o meno, può una tifoseria, munita di tessera del tifoso, essere privata del legittimo diritto di assistere a un derby in trasferta, assai sentito, che mancava da 25 anni?
Cosa importante, si sarebbe detto sino a qualche giorno fa, era invitare dirigenti e calciatori, sinora latitanti, a dire la loro ufficialmente: Sì, è successo questo, oppure No, non è vero niente. Solo così si chiarisce, ci si riabilita (o meno) contro chiunque abbia diffamato il buon nome di una comunità intera, generalizzando, storpiando ed enfatizzando molti degli accaduti.
Sfortuna volle, però, che dal dirigente delegato a parlare sia venuta fuori una dichiarazione che, studiata o meno, ha senz’altro già varcato i confini dell’Indocina (le notizie negative corrono veloci da queste parti), e riabilita poco o niente (o nessuno). E allora di che parliamo? Delle magliette ‘Rispetto per Nocera’, opera, per sua stessa asserzione, dello stesso Pavarese?
Viene, comunque, a scanso di equivoci assai difficile dar credito alle verità sinora ascoltate, non ultime quelle di domenica scorsa.
In un paese dove la legge viene sistematicamente aggirata, si tende pure a confondere intimidazioni verbali e minacce di morte. E tant’è.
Non ci arroghiamo il diritto di essere forieri di verità assoluta, tuttavia l’idea del popolo sovrano, e forse non solo loro, è che sia venuta fuori la verità che probabilmente “doveva” uscire.
Intanto, in giornate che oscillano sempre tra l’allibito e l’incredulo a livello di cronaca (poco) sportiva, la curva sud rossonera ha deciso di disertare lo stadio finchè resterà in carica questa società, in aperta contestazione avverso la stessa, rea di non aver difeso la propria gente.
A difendere i diritti della gente molossa penserà ora l’associazione “Nocerini”, sorta allo scopo di aggregare e riunire la più ampia rappresentanza di appassionati, che presenterà tra l’altro una « class action» contro la Tessera Del Tifoso, portando avanti tutta una serie di inziative volte a preservare la Nocerinità.
In tutto ciò, almeno il derby di domenica si gioca (a Pontedera), sebbene se lo stessero ballottando Isole Tuamotu e Papua Nuova Guinea: a livello politico, infatti, i due Paesi “un po’ fuori rotta” si sono contesi senza esclusione di colpi l’ambito match nell’arco del quale, più che mai quest’anno, non sarebbe volato null’altro che non fosse uno sfottò, a Pagani, Nocera, Roccapipirozzi, o appunto Pontedera. Evidentemente, la concreta eventualità di dover assistere a un derby pacifico sugli spalti avrebbe fatto storcere il naso a chissà quanti elementi istituzionalmente retti e probi. E allora, la prossima volta, ci raccomandiamo, vada per l’Oceania.

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