Chi utilizza l’esempio della piccola nazione per affrontare temi quali ”la moneta unica” o “l’appartenenza all’Unione europea” e propone di adottare comportamenti sperimentati in quel minuscolo Paese, compie un’operazione di propaganda poco corretta ed opportunistica

L’Islanda ha una superficie (in gran parte coperta da ghiaccio) di 103.000 Km quadrati – pari a circa un terzo di quella italiana – ed una popolazione di 322.000 abitanti, con una densità di popolazione sul territorio pari a 3 abitanti per Km. quadrato, la più bassa del pianeta.
Dunque: di che cosa vogliamo parlare? Vogliamo paragonare le problematiche di questo minuscolo Paese con quelle di Nazioni quali l’Italia, la Francia o la Spagna?
Su Facebook girano con insistenza delle notizie aventi ad oggetto i “progressi economici” dell’Islanda.
Si riportano, tra l’altro, le considerazioni svolte al riguardo da Beppe Grillo con il post: “La favola islandese è solida realtà.”
Scrive Grillo: “C’era un paese che aveva nei confronti delle potenti banche estere un debito di diversi miliardi, pari a decine di migliaia di euro di debito a carico di ciascun cittadino! Le banche creditrici, appoggiate dal governo, hanno proposto misure drastiche a carico dei cittadini, che ciascun cittadino avrebbe dovuto pagare con tasse e/o minori servizi, qualcosa come 100 euro al mese per 15 anni!
I cittadini sfiduciarono il governo, si fece strada l’idea che non era giusto che tutti dovessero pagare per errori e ruberie commessi da un manipolo di banchieri e politici, decisero poi di fare un referendum che con oltre il 90% dei consensi stabilì che non si dovesse pagare il debito.
Nazionalizzarono quindi le banche (prima private) che avevano portato a questo disastro economico e, tramite Internet, decisero di riscrivere la Costituzione (prevedendo anche che l’economia fosse al servizio del cittadino e non viceversa).
Per riscrivere la nuova costituzione vennero scelti dei cittadini che dovevano essere maggiorenni, avere l’appoggio di almeno 30 persone e NON AVERE LA TESSERA di ALCUN PARTITO! Chiunque poteva seguire i progressi della Costituzione davanti ai propri occhi. Le riunioni del Consiglio erano trasmesse in streaming online e chiunque poteva commentare le bozze e lanciare da casa le proprie proposte (come nei comuni dove il M5S è eletto).
Veniva così ribaltato il concetto per cui le basi di una nazione vanno poste in stanze buie e segrete, per mano di pochi saggi.
Sembra una favola vero? Nel frattempo l’Islanda ha ripreso a crescere, e il governo islandese ha deciso di investire il 13% del PIL nazionale (come se il governo italiano stanziasse circa 250 miliardi di euro) per cancellare i mutui ipotecari dei cittadini in difficoltà: un’operazione che riguarda un islandese su quattro!”
Fin qui le parole di Beppe Grillo, su cui, in ogni caso è opportuno riflettere per trarne stimoli utili e propositivi.
Sulle stesse pagine di Facebook, sollecitato da un amico napoletano per una mia valutazione in merito, ho appuntato le seguenti, personali considerazioni.
Prima di valutare i dati esposti a carattere grande e tanto decantati (PIL e bassa disoccupazione) dell’Islanda, occorre fare delle piccole considerazioni preliminari.
L’Islanda ha una superficie (in gran parte coperta da ghiaccio) di 103.000 Km quadrati – pari a circa un terzo di quella italiana – ed una popolazione di 322.000 abitanti (esatto, dico: 322.000 abitanti) con una densità di popolazione sul territorio pari a 3 abitanti per Km. quadrato, la più bassa del pianeta. In Italia la densità è pari a 202 abitanti per Km. quadrato.
Reykjavik, capitale dell’Islanda, da sola ospita 120.000 abitanti (più di un terzo del totale nazionale).
Per intenderci, tutta la popolazione dell’Islanda è pari, all’incirca, alla popolazione di Torre Annunziata (43.700 abitanti), Torre del Greco (87.000 abitanti), Pompei (25.000 abitanti), Trecase (9.300 abitanti) Boscoreale (27.000 abitanti), Boscotrecase (11.000 abitanti), Scafati (50.000 abitanti) e Portici (56.000 abitanti) messe assieme! Tutte queste città sono in Provincia di Napoli.
Erano circa 40.000 gli islandesi nel 1784 quando oltre 10.000 persone morirono di fame dopo l’eruzione del vulcano Laki. Nel corso dei secoli l’Islanda è stata oggetto di conquiste da parte di inglesi e danesi, a fasi alterne. Sovente gli islandesi sono emigrati altrove. In 44 anni (1870 – 1914) oltre 10.000 islandesi emigrarono in America settentrionale.
Dunque: di che cosa vogliamo parlare? Vogliamo paragonare le problematiche di questo minuscolo Paese (sperduto nel lontano mare del Nord, molto distante da Groenlandia e Norvegia) con quelle di Nazioni quali l’Italia, la Francia o la Spagna? La stessa Grecia, tanto per dire, ha circa 11 milioni di abitanti.
Chi utilizza l’Islanda per affrontare temi quali ”la moneta unica” o “l’appartenenza all’Unione europea” e propone di adottare comportamenti sperimentati in quel minuscolo Paese, compie un’operazione di propaganda poco corretta ed opportunistica.
Vi è anche da chiedersi come mai un Paese così piccolo e con un alto reddito pro capite (oltre 40.000 dollari per anno. L’Islanda è sotto l’ombrello della Nato e degli Stati Uniti anche per quanto riguarda la difesa nazionale) non sia riuscito a fronteggiare la crisi del 2008 ed abbia applicato la più rozza delle soluzioni: non pagare più nessuno, azzerare il proprio debito pubblico verso il resto del mondo e consentire alle proprie banche di disconoscere ed azzerare i crediti dei depositanti stranieri!
Da notare, tra l’altro, che Il giornalista Maurizio Gustinicchi nel suo articolo riportato su Facebook sottolinea con chiarezza: “Dopo il 2012 la svalutazione della corona islandese nei confronti delle altre monete ha dimezzato il potere d’acquisto del salario medio, ma ha anche reso più competitivi i prodotti islandesi sui mercati internazionali. Le obbligazioni islandesi a 10 anni hanno ormai tassi d’interesse inferiori al 6%.”
Dunque: “la svalutazione della corona islandese nei confronti delle altre monete ha dimezzato il potere d’acquisto del salario medio”: questione vitale di non poco conto per i cittadini alle prese con le quotidiane esigenze di sopravvivenza.
In Italia vogliamo seguire la “grande intuizione” e l’esempio dell’Islanda. Va bene! Proviamoci!
Rinneghiamo ed azzeriamo tutto il nostro debito pubblico – pari a 2.195 miliardi di euro – ed affrontiamo consapevolmente un futuro in stretta autonomia/autarchia, al di fuori del consesso internazionale.
Altro discorso – importante dal punto di vista politico e di gestione della cosa pubblica – è l’appuramento delle responsabilità di quanti hanno contribuito a creare questo gigantesco fardello debitorio italiano.
Dunque possiamo azzerare il nostro debito pubblico, disconoscere i crediti degli investitori che hanno comprato titoli dello Stato italiano, ma prima prepariamoci ad un nuovo modello di vita che prevede anche la possibilità/necessità (gradevole per qualcuno ma non per tutti) di ritornare alla nostra beneamata terra, con zappe e vanghe, per procurarci patate, pomodori, legumi e frumento per fornirci del pane quotidiano.
Per il riscaldamento, l’illuminazione ed attivazione delle macchine ad elettricità possiamo utilizzare pannelli solari e pale eoliche o, nel peggiore dei casi, per il solo riscaldamento, legna da ardere. Temo infatti che gli arabi o i russi non accetteranno volentieri le nuove, fantasiose, postmoderne monete italiane, al posto del dollaro o, in un prossimo futuro, del “renminbi cinese” o del “rublo russo”.
In ogni caso ricordiamoci che in Italia abbiamo 60,8 milioni di bocche da sfamare, cosa molto diversa da realizzare per i 322.000 simpatici, orgogliosi, dinamici islandesi!

Sàntolo Cannavale
www.santolocannavale.it

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