un momento della tenzoneun momento della Tenzone Dantesca 2015

Mentre nell’aula Magna si gareggiava a suon di rime dantesche il resto delle classi non sarebbe stato minimamente coivolto nella pur importante manifestazione. Le riflessioni di una studentessa

un momento della tenzone
un momento della Tenzone Dantesca 2015

 

di Anna Vittoria Fattore

È passato poco tempo dalla tanto attesa “Tenzone Dantesca”, la manifestazione che ha visto ragazzi provenienti da tutta Italia recitare i tanto amati e temuti versi della Divina Commedia ma, come studentessa del liceo classico G.B.Vico, ho fatto delle piccole osservazioni. Mentre in aula magna si teneva l’evento rinomato in tutta Italia, nelle altre classi gli alunni l’aria ‘letteraria’ non l’hanno respirata proprio. Ebbene sì, se da un lato studenti intraprendenti fremevano dalla voglia di cimentarsi in rime incatenate, dall’altro gli alunni e gli insegnanti del liceo classico hanno passato una giornata normalissima. Ma allora non è vero che i poeti rubano il cuore a tutti, no? Oppure è stata solo mancanza di senno ed intraprendenza? L’istituto, tanto vantato per i suoi ‘fiori all’occhiello’ dispone, come moltissime altre scuole italiane, di apparecchi tecnologici come computer e LIM, perché non usufruire di tutto ciò? Eppure quegli schermi sono rimasti inerti. La manifestazione a parere di molti è piaciuta, ma a cosa serve farsi in quattro per organizzare un evento che vanta una probabile ‘canoscenza’ se poi le ‘verba’ degli studenti non vengono ascoltate? Tralasciando il fatto che molti ragazzi erano all’oscuro di tutto. Mancanza di curiosità da parte loro o poco interesse nel voler propagandare la manifestazione che tanto vantiamo? “Sono cose che nessuno sa” direbbe lo scrittore Alessandro D’Avenia e forse la vera conoscenza sta proprio nell’ammettere di non sapere, ma è davvero giusto che moltissimi studenti non vengano resi più partecipi di un evento così vantato? È davvero giusto che non ci sia abbastanza propaganda? Forse il messaggio di Dante: “trasumanar  significar per verba” non ha fatto  vedere a tutti “l’amor che move il sole e l’altre stelle”, ma è troppo contraddittorio vedere da un lato coccarde colorate e tanta trepidazione e dall’altro una normalità penosa. Luigi Pirandello direbbe “Così è (se vi pare)”, a mio parere così è. Ma cosa si potrebbe fare per migliorare le cose? Sicuramente utilizzare di più tutto ciò che la scuola ha di tecnologico, magari realizzare un collegamento tra l’aula magna e le classi e rendere più partecipi gli studenti, magari farli mascherare da Bruto, Beatrice, Dante e quant’altro. Far sì che siano proprio essi a propagandare l’evento e magari far decorare loro la scuola facendo sì che sembri proprio un po’ l’Inferno, un po’ il Purgatorio e un po’ il Paradiso. Ci sarebbe tanto da fare, perché non farlo?

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