Concluso nell’aula consiliare un ciclo di convegni sulla storia del Mezzogiorno con le accuse al sistema da parte del sindaco, Manlio Torquato, i cauti ottimismi di Mauro Maccauro e il disegno di scenari futuri da parte del professor Alfonso Conte (Unisa)
di Marianna Considerato
Il successo di pubblico, in una sala consiliare piena, è stato forse il merito minore per l’iniziativa che ieri si è svolta al Comune di Nocera Inferiore. Fin dalle prime battute, infatti, il convegno “Deindustrializzazione del Sud: scelta consapevole?!” che ieri ha chiuso il ciclo seminariale “La Storia ed il Mezzogiorno” promosso da Polis SA in collaborazione con Officina2009 e l’ Istituto Galente Oliva si è dimostrato, ancora una volta, una “azzeccatissima” combinazione di luoghi, persone ed idee. E’ stata l’occasione per discutere, nei toni e con gli argomenti migliori, di quella che è “la fine di una parabola”, come rilevato da relatori e partecipanti. Il luogo – la (ex) capitale industriale della provincia – come ha ricordato anche il moderatore Mimmo Oliva, portavoce di Polis SA, è stato e resta denso di significati, scontri, vicende di vita che rimarranno indelebili nella memoria delle comunità del Mezzogiorno per generazioni. Dai primi insediamenti di quelle che sarebbero poi divenute le MCM alle vertenze industriali attualmente in corso, è stato delineato un breve ma efficace profilo della storia di tutti noi. I saluti del sindaco Manlio Torquato si sono inevitabilmente trasformati in un atto d’accusa contro un “sistema” che resta nell’immaginario dei più, dove le attività economiche e quelle politiche sono accomunate dalla medesima mancanza di visione. Solo apparentemente più cauto l’ottimismo del presidente di Confindustria Salerno Mauro Maccauro, che ha parlato di un “mondo nuovo” nel quale sono proiettate le attività economiche, le relazioni industriali e l’intera classe dirigente, senza fare sconti ad imprenditori, sindacalisti e politici. Forte richiamo ai rischi passati e futuri che vengono da fattori endogeni – come sono stati il familismo imprenditoriale o la miopia sindacale – ed esogeni – come l’irrilevanza politica o l’infiltazione malavitosa – è stato lanciato da Antonio Febbraio, direttore delle risorse umame per il gruppo “La Doria”, mentre gli scenari ed i pericoli futuri sono stati illustrati sotto l’aspetto delle tendenze politiche neo-nazionaliste ed autonomiste nelle conclusioni dal professor Alfonso Conte, docende di storia del Mezzoggiorno per l’Unisa. Ma a tutti i presenti, più che la conclusione di un ciclo seminariale, l’iniziativa sembra essere destinata a creare un modello nuovo di discussione e confronto con la cittadinanza, con le comunità delle poleis di greca memoria, che tanto manca oggi alla politica ed ai cittadini.