Continua la confusione assoluta nella gestione dell’azienda partecipata che si occupa della rete idrica per i comuni dell’Ato 3, e che oltretutto versa in condizioni economiche che sembrano disastrose

 

di Nino Maiorino

E’ vecchia di solo qualche giorno la notizia che il ricorso promosso da Gori al TAR contro le ordinanze dei Sindaci di sette Comuni dell’Agro Nocerino è stato accolto: il TAR di Salerno ha dato ragione alla Gori relativamente al distacco delle utenze ai cittadini morosi.
Da tempo la Gori sta effettuando, ai danni di quei cittadini che, per tanti motivi, non pagano le bollette che essa emette, i distacchi delle utenze.
Ovviamente tali distacchi colpiscono indiscriminatamente sia i cittadini veramente morosi (andremo poi ad esaminare le loro posizioni e motivazioni) sia quelli che, avendo ricevuto bollette esose e infondate, hanno deciso di non pagare facendo opposizione direttamente o tramite le associazioni “No Gori”, sorte un po’ dappertutto, o tramite gli sportelli dei cittadini presso  i Comuni, oppure (per esempio a Nocera Inferiore) tramite le strutture che gli stessi Comuni hanno creato per aiutare i cittadini a districarsi e contrastare le prepotenze della Gori.
E’ appena il caso di ricordare, come abbiamo fatto nei precedenti articoli, che, nonostante l’esito del referendum popolare del 2011, con il quale 23 milioni di cittadini espressero la volontà che l’acqua venisse gestita non da privati, in quanto, quale bene primario di importanza vitale, non può essere assoggettata alle leggi del mercato e va gestita dalle strutture pubbliche, in base ad una infame legge regionale i 76 Comuni dell’ATO 3 (che comprende l’Agro Nocerino-Sarnese, e il Vesuviano), per circa 1 milione e mezzo di cittadini (280mila nei comuni del salernitano e 1 milione 150mila in quelli del napoletano), vennero obbligati a trasferire la gestione delle risorse idriche alla Gori, che non solo non si è mostrata all’altezza, ma è divenuta un carrozzone mangia-risorse finendo, nel giro di qualche anno, in dissesto economico per cattiva gestione.
La maggior parte dei sindaci decisero di sottostare alla legge regionale, qualcuno, come quello di Castellammare di Stabia ed altri,  si rifiutarono, interpretando così la volontà dei cittadini e affrontando contenziosi ancora in corso. Frattanto la maggioranza dei Sindaci aderenti si è poi “raffreddata” anche per le proteste dei cittadini, molti si sono pentiti e alcuni, come i sette Comuni oggi soccombenti, hanno tentato di ostacolare i distacchi della Gori asserendo che ciò crea problemi igienico – sanitari, ed emettendo ordinanze in tal senso.
Dal canto suo la Gori, per tentare di far quadrare i conti, negli ultimi anni si è inventata tante diavolerie sulla pelle dei cittadini, eseguendo ricalcoli, a tariffe esagerate, di consumi già pagati, emettendo esagerate bollette di ricalcolo anche per parecchi anni addietro (in alcuni casi anche dal 2008) e costringendo gli inermi e ignari cittadini ad attivarsi per tentare di contrastare tali prepotenze.
Le reazioni della Gori sono state, in una prima fase, molto determinate; successivamente, al montare delle proteste, incanalate e organizzate da numerose associazioni spontanee, culminata nel raduno e sfilata a Napoli del 17 gennaio 2015, la Gori, accusando  qualche colpo, è stata un tantino più cauta e pure continuando ad emettere bollette astronomiche per ricalcoli e diavolerie varie, ha agito con maggiore discrezione, non rinunciando però, quando ha potuto, ai distacchi agli utenti morosi.
Precedentemente anche il TAR di Napoli aveva emesso la stessa sentenza in merito al ricorso di Gori contro analoghe ordinanze dei sindaci dei Comuni del napoletano.
Contro questi distacchi i sette Comuni del salernitano (Sarno, Siano, Fisciano, Pagani, San Marzano sul Sarno, Castel San Giorgio e Nocera Superiore) ed i cinque comuni del napoletano (Cercola, Palma Campania, San Vitaliano, Scisciano e Brusciano) hanno  emesso le ordinanze contro le quali il TAR si è pronunciato negativamente asserendo che quei distacchi non  è dimostrato che determinino  rischi per la pubblica incolumità ed igiene e che, pertanto, la Gori è legittimata, in presenza di morosità, ad effettuare i distacchi: in parole povere, per il TAR, la Gori può distaccare le forniture ai morosi.
E’ chiaro che questa è una sentenza di primo grado contro la quale certamente i Comuni soccombenti, come già hanno anticipato, faranno ricorso: infatti tutti si stanno organizzando per impugnare le sentenze de TAR.
Ma, indipendentemente dalle azioni che i singoli cittadini, le associazioni di contrasto ed i Comuni faranno contro la Gori, non ci si deve illudere che esse otterranno come risultato di estromettere questa Società dalla gestione delle risorse idriche in quanto la questione è di carattere politico e presuppone che le leggi sulle quali l’attuale gestione Gori è basata vengano riviste.
Però non sembra che la Regione abbia volontà di farlo e, attualmente, il Governatore Caldoro  sta temporeggiando in quanto, con la campagna elettorale in corso, non ha nessun interesse ad alienarsi dei voti schierandosi a favore della GORI; ma è chiaro che, terminata la fase delle elezioni, i giochi riprenderanno e a quel punto il nuovo Governatore dovrà condurli; è palese che, se a Caldoro verrà rinnovata la fiducia, i cittadini avranno una bella gatta da pelare in quanto i loro guai derivano proprio dalle scelte fatte anche da questo Governatore che, a quanto sembra, non ha nessuna intenzione di rivedere.
Diverso sarà il discorso se Caldoro non sarà più eletto e se chi lo sostituirà avrà già chiarito la sua posizione in merito a questa vicenda.
E torniamo ai cittadini morosi, vale a dire coloro che non hanno pagato per tre motivi. Vi sono i “furbi”, cioè quelli che, Gori o non Gori, no pagano l ‘acqua: e questi vanno perseguiti senza remore. Vi sono, poi, quei cittadini appartenenti alle fasce deboli della popolazione che non hanno materialmente le risorse per pagare le bollette della fornitura idrica, e comunque queste fasce deboli vanno sostenute da chi di competenza (Comune, etc.).
C’è poi una terza categoria, formata da cittadini che in passato hanno sempre pagato, anche dopo che il servizio è passato a Gori la quale, emettendo le bollette successive, dichiarava “che i pagamenti per i periodi precedenti” erano regolari: se lo erano prima, com’è che poi Gori richiede nuovi pagamenti a tariffe molto maggiorate?
Questi cittadini hanno fatto ricorso, direttamente o tramite le Associazioni o tramite gli sportelli dei cittadino contro le nuove bollette, e in attesa dell’esito degli stessi la Gori non può procedere a distacchi.
Allo stato, in attesa degli sviluppi, in un senso o nell’altro, non ci resta che confermare quanto già suggerito in precedenza, nel senso di essere molto accorti alle azioni che la Gori intraprenderà contro i singoli utenti, che andranno in tutti i modi contrastate; nessuno, tanto meno la Gori, può accedere nelle private abitazioni con pretesti vari (può farlo solo in presenza di una sentenza della Magistratura): i cittadini pertanto, possono  opporsi a qualsiasi accesso, e in questo momento questa è l’unica strada percorribile.

Di Gigi Di Mauro

Giornalista con esperienza quasi quarantennale, è educatore e pedagogista clinico. Da oltre un ventennio si dedica allo studio della storia comparata delle religioni, ottenendo nel 2014 dal Senato accademico dell'MLDC Institute di Miami una laurea Honoris Causa in studi biblici. È autore di alcuni saggi, tra i quali uno sulle bugie di storia e religione

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