Appuntamento per tutti alle 10 in via Marchese Campodisola, davanti alla sede di Arcadis. Il progetto è definito “Uno scempio catastrofico e un disastro ambientale senza eguali nella storia della nostra Regione Campania”
di Francesca Fasolino
Un sit-in per far sentire la propria voce contro il Progetto Grande Sarno: è previsto per il 23 aprile, alle ore 10, a Napoli, davanti alla sede dell’Arcadis, in via Marchese Campodisola. Tanti sono i motivi che hanno spinto e spingono tutt’ora cittadini e comitati a opporsi alla realizzazione di un progetto da 217 milioni di euro che non tiene in considerazione la questione ambientale e, di conseguenza, la salute dei cittadini della valle del Sarno, soprattutto se si considera l’alta percentuale di sostanze inquinanti presenti nel fiume. Il no dei comitati è quindi rivolto al PGS così come proposto dall’Arcadis, un’opposizione che si fa sentire da oltre un anno e che è stata riassunta in un Dossier, firmato dal Tavolo Tecnico Sarno del M5S e inviato all’Agenzia Regione Campania Difesa del Suolo lo scorso 24 marzo. La mancata risposta da parte dell’Arcadis a tale dossier è il motivo per cui è stato organizzato questo sit-in. L’opposizione dei comitati va in primis alla realizzazione delle vasche che non solo andrebbero a distruggere circa 100 ettari di terreni adibiti all’agricoltura ma avrebbero un costo annuo di circa venti milioni per la pulizia. Il no del TTS va anche alla risagomatura invasiva dell’alveo e dei canali che andrebbe a influire su gasdotti e ponti che dovranno quindi subire deviazioni. Altro punto contenuto nel dossier è quello relativo alla seconda foce del fiume Sarno, un progetto definito “uno scempio catastrofico e un disastro ambientale senza eguali nella storia della nostra Regione Campania, un crimine contro l’ambiente” in quanto, non solo distruggerebbe il litorale di Torre Annunziata, ma sorgerebbe all’interno del Parco Regionale del Fiume Sarno che “considera il fiume Sarno un’importantissima risorsa ecologica da tutelare nella sua naturalezza e biodiversità”. Non soltanto opposizione all’interno del dossier, ma anche proposte per migliorare e tutelare l’ambiente come il ripristino dello stagnone a Rovigliano o la realizzazione del corridoio ecologico con cui il fiume potrà espandersi naturalmente, senza arrecare danni all’uomo tutelando, allo stesso tempo, l’ambiente e i suoi organismi viventi.