Sabato 28 marzo nuovo appuntamento con la rassegna diretta da Nicolantonio Napoli. Come di consueto, non mancherà l’aperispettacolo di Nunzia Gargano
“La prima generazione ha lavorato. La seconda ha risparmiato. La terza ha sfondato. Poi noi”. In poche battute il ritratto di una generazione persa nella crisi, che irrompe a “Scenari pagani” con “Mio figlio era come un padre per me” della compagnia Fratelli Dalla Via, in scena sabato 28 marzo alle ore 21 presso il Teatro del Centro Sociale di Pagani in via De’ Gasperi. La pièce, che tratta in maniera intelligente il sensibile argomento della crisi economica, sociale e generazionale che sta consumando l’Italia, è vincitrice del “Premio Scenario 2013”. Va in scena per il sesto appuntamento della rassegna organizzata da Casa Babylon Teatro, con la direzione artistica di Nicolantonio Napoli.
Giada e suo fratello Lory – Marta Dalla Via e Diego Dalla Via, fratelli nella vita e sul palcoscenico – affrontano, come descritto nella motivazione del Premio Scenario: “con ironia raggelante e a tratti con punte di cinismo il tema dell’impressionante numero di suicidi che imprenditori italiani assediati dal peso della crisi economica usano come estremo rimedio ai loro guai.” I due fratelli architettano l’omicidio dei genitori. Ma la loro uccisione, un atto di ribellione risarcitorio, è impossibile dal momento che questi hanno deciso di farla finita per primi, lasciando in eredità assenza di futuro e consumo del passato. Con l’uso intelligente dell’italiano regionale riescono a dar profondità e leggerezza a una vicenda insieme estrema e esemplare, in cui il senso di colpa tra le generazioni pare innescare un processo autodistruttivo che lascia poche vie di fuga.
Lo spettacolo sarà introdotto alle 20.30, come da consuetudine, dall’AperiSpettacolo “Tarallucci e Vino”, che conduce gli spettatori alla scoperta dei volti e delle eccellenze che, tra “Avamposti e Presidi” popolano il mondo dell’enogastronomia tipica locale. Il protagonista, designato grazie alla collaborazione di “Ritratti di territorio” di Nunzia Gargano.