Pienone delle grandi occasioni per la presentazione del volume del dottor Carlo Montinaro dal titolo “Gli effetti terapeutici della creatività nell’arte”, dedicato principalmente alla mamma, Antonella Di Donfrancesco, indimenticata stilista nocerina
di Maria Pepe
A ciascuno il suo! La settimana della moda nocerina veste D’Angelo – Dessi. Anna e Marika, due ragazze, due studentesse, con nel cassetto “il sogno realtà” della moda. Le “stiliste-modelle” portano sulla passerella del Cuomo – Milone, di cui fanno parte, la loro donna. Linearità e asimmetria alla base della collezione. Dinamica,innovatrice ma al contempo romantica e tradizionalista la “femme” di cui raccontano. Rivisitazioni di abiti del cinquecento, che giungono fino al settecento, aprono la sfilata, cedendo poi il passo ai “party- dresses”. Forti le contaminazioni con epoche passate, intensi gli echi rinascimentali che dirompenti risuonano nel brioso abito a palloncino con scollatura a cuore che energicamente richiama al rinascimentale abito a botte. Rock è invece l’essenza della sposa “Dessi” che, pur non rinunciando al bianco, fascia il suo corpo in un’aderente ed elegante tuta,estrema sobrietà che si concede solo una balza di candido merletto sulla dritta scollatura a fascia. Linee sagomate ed essenziali che acquistano volume grazie ad una gonna asimmetrica che armoniosamente cinge la vita, corto e lungo si affiancano,conferendo romanticismo anche alla più trasgressiva delle spose. Basta aprire l’elegante chiusura in passamaneria e il gioco è fatto.
La presentazione del volume, che nella prima parte fa un excursus nella storia dell’abbigliamento, è stata occasione per permettere alle allieve del Cuomo-Milone di Nocera Inferiore di mostrare le loro capacità creative |
Giovani, talentuose, brillanti, sognatrici, le future “artigiane di moda” dell’Istituto di Istruzione Superiore Cuomo Milone – Professionale Statale Polispecialistico – meccanico elettrico moda ottica socio-sanitario incorniciano la presentazione del volume di Carlo Montinaro. Pediatra nonché presidente dell’associazione Marco Levi Bianchini, torna da un viaggio fatto lo scorso settembre in Romania con l’idea di rendere omaggio alla madre, Antonella Di Donfrancesco. Forte, determinata, ambiziosa, amorevole e capace Antonia racchiude mille volti di donna e nonostante le contingenze del tempo piega a se le difficoltà della guerra e coltiva la propria passione, la moda. Alla pacata figura di maestra di cucito affianca il genio del precursore. Prima nel suo microstorico contesto a prestare attenzione all’anatomia del corpo umano, lezioni di anatomia erano per lei inscindibili da quelle di cucito. Il corpo umano va conosciuto! Celeberrimi i suoi abiti per bambini, dal sogno di vestire i propri nipoti con vestitini non improvvisati nascono linee create apposta per i più piccoli. Una donna illuminata, preceduta dalla sua stessa fama, che la conduce a Rosy Cuomo, per tutti Giglio D’Oro. L’apporto di Antonia è necessario per modellare abiti su misura, delle allora impossibili da realizzare taglie intermedie, ed è ancora lei la “sarta” venuta dal leccese ad affiancare la signora Cuomo nell’ambizioso progetto di confezionare abiti per alcuni film girati ad Amalfi negli anni 70, Nino Taranto, Gigi Sabani, Nini Ingrassia, Nino D’angelo e molti altri stringono e si avvalgono delle mani di questa donna sognante. «Sognatrice, professionista, madre e moglie, una donna che nonostante le avversità del tempo e del luogo geografico d’appartenenza ha saputo farsi valere e essere da esempio e insegnamento». Angelina Silvestre così la definisce e si mostra fieramente commosa nel vedere divenire una delle sue tele più intense copertina di quest’opera per metà saggio sull’evoluzione della moda per l’altra tributo ad una madre che prima di tutto era una donna dall’alta valenza e dignità. “Ricamatrice sotto le stelle” è l’opera che avvolge lo scritto, tecnica mista in cui olio e materiali da cucito si uniscono e danno corpo ad una ricamatrice che sotto la luna con nei capelli i fili d’oro delle stelle siede sul tetto a tessere e sognare il proprio corredo. Primo mobile di tutto e tutti è dunque il sogno e non poteva esserci teatro migliore che quello dell’istituto Cuomo – Milone che, sotto la guida del suo “Don Chisciotte”, il dirigente Luigi Paparo, è ormai incessante fucina di talenti.