Nella foto da sinistra: Anna Canzolino, Paolo Rocca, Maurizio Schettino, Rosa Zampetti, Angelica Mincuzzi, Annamaria Bove

Per Rosa Zampetti internet può avere grosse conseguenze negative sui giovani. Secondo Annamaria Bove – vicedirettore del Risorgimento Nocerino – non si dovrebbe demonizzare la tecnologia, ma utilizzarla nell’insegnamento senza esagerazioni

Nella foto da sinistra: Anna Canzolino, Paolo Rocca, Maurizio Schettino, Rosa Zampetti, Angelica Mincuzzi, Annamaria Bove

di Pielugi Faiella

Una sala conferenze piena ha visto ieri, presso la biblioteca comunale di Nocera Superiore, lo svolgersi dell’incontro organizzato dall’associazione “Social Disco” dal titolo “Il -Mi Piace- che non ti aspetti. Incontro sulla dipendenza tecnologica: i rischi dei social”. Oltre al presidente dell’associazione Maurizio Schettino, mediatore della serata, sono stati diversi gli intervenuti che hanno parlato dell’argomento dei social network e delle nuove tecnologie, focalizzandosi sui rischi che questi strumenti informatici possono nascondere ma anche sulle loro potenzialità. All’attenzione dei presenti sono stati posti dei dati sull’utilizzo dei social network in Italia, dove si attesta che nel nostro paese la penetrazione di internet è del 58%, mentre la percentuale degli utenti attivi è del 42% (due punti in più della media europea). La prima a prendere la parola tra gli ospiti è stata Rosa Maria Zampetti, sociologa e referente dell’Asl di Salerno per quanto riguarda lo spazio adolescenti, che ha portato all’attenzione il problema delle “nuove” dipendenze, derivanti dall’uso eccessivo degli strumenti tecnologici. Zampetti si è soffermata quindi sulle conseguenze negative che può avere internet soprattutto sugli adolescenti, parlando del problema del cyberbullismo, che è più difficile da controllare sia da parte degli insegnanti che da parte dei genitori dei ragazzi. Su questo fenomeno è intervenuta anche Angelica Mincuzzi, psicoterapeuta presso l’Asl di Salerno, che ha sottolineato la pericolosità dei “gruppi” che si costituiscono su social come facebook. In questi “gruppi”, dove non c’è abbastanza controllo, a volte possono accedere anche sconosciuti, con il rischio che malintenzionati possano circuire i ragazzi, che non hanno un adeguato senso del pericolo. Alla discussione si è poi unita anche Annamaria Bove, docente di lettere presso la scuola “Solimena-De Lorenzo” e vicedirettrice de “Il Risorgimento Nocerino“ che ha sottolineato l’importanza di abituare i ragazzi a un uso intelligente della tecnologia. Gli adolescenti di oggi sono infatti in grado di utilizzare benissimo la tecnologia, ma non negli ambiti scolastici. Secondo la professoressa Bove non si dovrebbe demonizzare la tecnologia, ma cercare di utilizzarla nell’insegnamento in modo adeguato e senza esagerazioni, affiancandola alla metodologia tradizionale. Per la professoressa, infatti, anche facebook può essere utile nell’insegnamento, per esempio con la costituzione di “gruppi” creati per finalità scolastiche. Al dibattito è intervenuta anche Anna Canzolino, avvocato specializzato in diritto della famiglia, che ha spiegato come oggi molte separazioni avvengano per relazioni extraconiugali nate sul web. L’avvocato ha anche parlato della violazione della privacy che ha volte può verificarsi quando uno dei coniugi accede al contatto dell’altro illecitamente, per controllarne i movimenti sul web, i contatti e le conversazioni. Infine, ultimo a intervenire è stato l’ingegnere  Paolo Rocca Comite Mascambruno, webmaster del sito dell’Università di Salerno, il quale ha voluto sottolineare come il web debba essere considerato soltanto come strumento e come quindi non debba essere demonizzato. L’ingegnere ha infatti evidenziato come siano molti i rischi nascosti dietro a social come facebook, sostenendo però che il rischio maggiore derivi proprio dalla conoscenza non adeguata dello strumento. Secondo Rocca, infatti, i social possono anche essere molto utili, per esempio nel mondo del lavoro; tutto dipende dalla conoscenza delle loro potenzialità e nel modo in cui essi vengono utilizzati.

Di Gigi Di Mauro

Giornalista con esperienza quasi quarantennale, è educatore e pedagogista clinico. Da oltre un ventennio si dedica allo studio della storia comparata delle religioni, ottenendo nel 2014 dal Senato accademico dell'MLDC Institute di Miami una laurea Honoris Causa in studi biblici. È autore di alcuni saggi, tra i quali uno sulle bugie di storia e religione

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