“L’Eucarestia è la mia autostrada per il cielo” era il motto del giovane morto a soli quindici anni nel 2006 e individuato come modello da Papa Francesco
Potrebbe apparire una storia di altri tempi quella della santità di Carlo, ma basterebbe digitare su un qualsiasi motore di ricerca, “Carlo Acutis” per comprendere che ci sono una moltitudine di siti e blog che parlano della sua vita santa.
Carlo è la figura di santità del nostro tempo ed è quella che nel nostro tempo più ci mette in discussione. “Non io Ma Dio“, spesso ripeteva! In un tempo dove cresce l’edonismo e la cultura dell’apparenza, si domandava: “Perché gli uomini si preoccupano tanto della bellezza del proprio corpo e poi non si preoccupano della bellezza della propria anima?“. Questa sua ricerca dell’essenziale ci fa guardare a Carlo come un contemplatore della Verità di Dio. Ogni giorno partecipava a Messa e tanto spesso invogliava i suoi amici a vivere l’esperienza mistica dell’Eucarestia e siccome era un trascinatore, vi riusciva.
Il suo amore per Gesù Eucarestia era tanto forte che ha definito: l’Eucarestia è la mia autostrada per il cielo!
Ha voluto raccogliere in una raccolta fotografica tutti i miracoli eucaristici per poterla presentare nelle parrocchie e nei gruppi e tanti giovani hanno imparato da lui questo desiderio di Dio. Dopo ogni Eucarestia celebrata rimaneva in silenzio davanti a Santissimo Sacramento, Carlo viveva la sua dimensione affettiva con il Signore stando a lungo a pregare per i poveri, gli ammalati, i disabili, gli anziani, le persone sole, gli esclusi. Risparmiava i suoi soldi e li donava ai poveri della sua città. In un video trovato nel suo computer Carlo aveva dichiarato che sarebbe morto e non dopo la scoperta della leucemia.
Il 12 ottobre 2006 a 15 anni lascia questo mondo. I suoi genitori dichiareranno che non hanno avvertito la fine di Carlo ma il “con-fine”. Il suo corpo riposa nella Chiesa della spoliazione ad Assisi e il 10 Ottobre sarà Beatificato nella Basilica Papale di s. Francesco. Il Santo Padre Francesco nella sua Lettera Christus vivit rivolta ai giovani del mondo lo ha presentato come modello di santità giovanile nell’era digitale.