Sarà perché è “rossa”… Sarà per quell’aggettivo  – vanvitelliana – che la rende affascinante già solo nelle denominazione…

Sarà per quell’aria di mistero che la mente adusa a fantasticare ha sempre voluto cogliere dietro l’anta semidivelta di una finestra, nell’ombra proiettata da un cespuglio di erbaccia cresciuto nel posto più impensabile, in un sibilo che sembra animare quegli spazi enormi, abbandonati da troppo tempo ad un fantasma, si, ma quello di una storia gloriosa consegnate (è proprio il caso di dire!) alle ortiche e all’oblio.
Svolta nel destino della “rossa”, la caserma Tofano di Nocera Inferiore. Insieme all’altra caserma, quella di viale San Francesco un tempo destinata al car dei militari di leva e agli ex ospedali psichiatrici, ha costituito – in un lontano passato – una delle voci di ricchezza della città che fu, della città cantata in pagine di una certa maiuscola letteratura.
Inattesa (chissà se per me sola, vista la distanza geografica) l’inversione di rotta in un destino per il quale l’elemento economico – tutt’altro che di secondaria importanza – sembrava essere diventato un irrimediabile segnale di … divieto di accesso o, peggio, di uno stop non aggirabile!
La notizia è di quelle che riempiono il cuore e nutrono lo spirito del giusto alimento. Soprattutto perché non solo la “rossa” sarà recuperata alla fruizione, ma il suo futuro convolerà a nozze con la cultura. Ancora di più, nello specifico, con quell’elemento archeologico che – ora più che mai occorre tenerlo ben presente – ci ricorda che Nuceria è collocata tra Pompei e Paestum-Velia.
Ora che nelle vita faccio altro, posso consentirmi di mettere da parte gli abiti del cronista che deve “fotografare oggettivamente” la realtà ponendosi come lente neutrale attraverso cui far passare – inalterato – il racconto di ciò che è per esprimere la grande gioia che provo – da nocerina ancora di più innamorata della sua città (galeotto “esilio”) – il nuovo destino della caserma Tofano. Soprattutto perché allontana quello spettro che ha agitato a lungo i miei sogni. Soprattutto negli ultimi anni. L’ipotesi sciagurata la gloriosa struttura vanvitelliana o giù di lì potesse, anche solo in parte, essere destinata ad accogliere un centro commerciale o della grande distribuzione. Con tutto il rispetto per quelle realtà economiche che danno impulso al diagramma occupazionale.  Ma una costruzione di quel genere – scusate se mi consento un giudizio appannaggio di esperti della materia –  merita di certo qualcosa in più. E qualcosa in più meritano i nocerini. Speriamo che … sia la volta buona! A partire dalla “rossa”.

Pat

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