Nel mondo ebraico esisteva un ruolo che potremmo assimilare a una specie di pubblico ministero o a un avversario momentaneo, ed era il “satàn”. Ma era un ruolo assegnato “a tempo”
Quando la Bibbia è finita nelle mani della Chiesa, è sorta la necessità di creare la controparte cattiva di Dio, quella che tenta l’uomo, porta il male nel mondo, in modo da giustificare il fatto che, seguendo le leggi divine, si potesse approdare alla salvezza dell’anima. Sono nati così Satana e i suoi compagni di merende Belfagor, Belzebù e via su questa strada.
In realtà, Satana, o meglio, il satàn, il cui significato letterario è “avversario”, e che nella Bibbia è nominato 18 volte, null’altro è, generalmente, che una sorta di ruolo assegnato di volta in volta ad una persona (o a un Elohìm) che, terminato il suo compito, cessa di essere satàn.
In 1Samuele 29, al versetto 4, il termine satàn è addirittura attribuito (come avversario o nemico a seconda delle versioni) a Re Davide, alla cui stirpe, secondo la Chiesa, appartiene Gesù: “I capi dei Filistei furono tutti contro di lui e gli intimarono: «Rimanda quest’uomo: torni al luogo che gli hai assegnato. Non venga con noi in guerra, perché non diventi nostro nemico (satàn) durante il combattimento. Come riacquisterà costui il favore del suo signore, se non con la testa di questi uomini?».
Ancora, in uno scritto satirico contenuto in Isaia 14, diretto ad un personaggio che pensava di diventare più importante di Elyon (il capo degli Elohìm) tradotto sempre nella Bibbia con “Altissimo”, è stato elaborato dalla Chiesa primitiva per dare origine alla figura di Lucifero.
Si parla nei versi biblici forse di Nabonedo, il re di Babilonia sconfitto da Ciro il Grande che nel 539 consentì il ritorno degli Ebrei in Palestina, o molto più probabilmente del secondo successore di Ciro, Serse: “12 Come mai sei caduto dal cielo, Lucifero, figlio dell’aurora? Come mai sei stato steso a terra, signore di popoli? 13 Eppure tu pensavi: Salirò in cielo, sulle stelle di Dio innalzerò il trono, dimorerò sul monte dell’assemblea, nelle parti più remote del settentrione. 14 Salirò sulle regioni superiori delle nubi, mi farò uguale all’Altissimo”.
Curiosissima poi la nascita dei nomi Belfagor e Belzebù. In Numeri 25, versi 1-5, si legge: “1 Mentre Israele si trovava a Scittim, il popolo cominciò a darsi alla fornicazione con le figlie di Moab. 2 Esse invitarono il popolo ai sacrifici dei loro dèi, e il popolo mangiò e si prostrò davanti ai loro dèi. 3 Così Israele si unì a Baal-Peor, e l’ira dell’Eterno (di Yahweh) si accese contro Israele. 4 L’Eterno (Yahweh) quindi disse a Mosè: «Prendi tutti i capi del popolo e falli uccidere ed impiccare davanti all’Eterno all’aperto, in pieno sole, affinché l’ardente ira dell’Eterno si allontani da Israele». 5 Così Mosè disse ai giudici d’Israele: «Ciascuno di voi uccida dei suoi uomini coloro che si sono uniti a Baal-Peor»”.
Baal-Peor, che era l’Elohìm dei Moabiti, significherebbe “Signore (Baal) dell’esposizione degli organi genitali”, perché pare facesse praticare ai suoi molto sesso, come per esempio descrive Numeri 25 (1-8). Questo nome in greco è stato translitterato in Balfegor, e poi è diventato il Belfagor a noi noto.
Di Baal ve ne sono davvero tanti citati nella Bibbia. Tra essi Baal-Zabub, che troviamo in 2Re 1: “2 Acazia cadde dalla finestra del piano di sopra in Samaria e rimase ferito. Allora inviò messaggeri con quest’ordine: «Andate e interrogate Baal-Zabub, dio di Ekròn, per sapere se guarirò da questa infermità». Ed è questo che per noi è diventato Belzebù, che con il “dio di Ekròn” davvero non c’entra nulla.