Co-conduce l’attrice Chiara Francini. Fa discutere il duetto di Gianluca Grignani con Arisa, entrambi decisamente fuori fase sul palco. Premio alla carriera a Peppino Di Capri

Ieri, la quarta puntata del festival di Sanremo, l’attesa “serata delle cover”.

I cantanti in gara si sono esibiti in coppia con altri artisti, reinterpretando e riarrangiando vecchi successi del festival e non solo.
Come tutti gli anni, le esibizioni sono state indiscutibilmente variegate: c’è chi fa versione karaoke da bar, chi sembra esibirsi sul palco di una sagra di paese, chi strafà… chi sembra “strafatto”!

Sicuramente anche per questo resta una delle serate del festival più attese e generalmente tra le più divertenti da seguire.
Fortunatamente poi c’è ovviamente anche chi fa una bella figura. Tra questi, Marco Mengoni che si accompagna sul palco con il Kingdom Choir in una cover di “Let it be” dei Beatles, che gli fa guadagnare di nuovo il primo posto sia nella classifica della serata, che quella generale.
La più chiacchierata di tutte invece è stata sicuramente  quella di Gianluca Grignani insieme ad Arisa, con “Destinazione paradiso”. Stonati, fuori sincrono, fuori fase, probabilmente fuori e basta. Sembrava non avessero per niente provato il pezzo insieme e si fossero ritrovati buttati sul palco per caso. Una scena abbastanza triste.
Super applaudito invece il duetto di Giorgia, che riporta con sé sul palco dell’Ariston, un’altra tra le voci più belle della scena musicale italiana: Elisa. Cantano i loro due successi “Luce” e “Di sole e d’azzurro”.
Piace anche Olly con Lorella Cuccarini in una versione rimodernata di “La notte vola”.
Rock e trasgressiva l’esibizione di Elodie con BigMama (giovane rapper originaria di Avellino, prima in Italia a tenere un concerto interamente nel metaverso) in “American Woman”.
Viene consegnato il Premio città di Sanremo alla carriera a Peppino di Capri. Si esibiscono La Rappresentante di lista e Takaji e Ketra dalla nave Costa Smeralda.
Madrina della serata, l’attrice comica Chiara Francini. Un po’ un pesce fuor d’acqua. Si sforza di apparire simpatica/brillante, ma risulta solo un po’ “cringe”. Porta un monologo su quanto la società ancora tenda ad imprigionare le donne nei ruoli precostituiti di moglie e madre e di quanto ancora una donna venga giudicata se decida di optare liberamente per scelte differenti.

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