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Dal 27 luglio sarà possibile iscrivere il proprio numero di cellulare al Registro delle opposizioni: i trasgressori rischiano sanzioni fino a 20 milioni di euro

telemarketingAlzi la mano chi non ha ricevuto almeno una chiamata indesiderata negli ultimi sette giorni che proponesse un cambio di operatore telefonico o di fornitore di gas ed elettricità: se vi è successo siete stati vittima del cosiddetto telemarketing selvaggio e dal 27 luglio qualcosa potrebbe cambiare. Da dopodomani si potrà, infatti, iscrivere anche il proprio numero di cellulare al Registro delle opposizioni così da scongiurare le chiamate commerciali, quelle finalizzate a vendita diretta e le ricerche di mercato.

Sono diversi i modi per richiedere l’iscrizione al registro: sul web, compilando il modulo elettronico alla pagina www.registrodelleopposizioni.it; telefonando al numero verde 800 265 265; tramite email, inviando il modulo di richiesta all’indirizzo [email protected]; o ancora tramite raccomandata. Dopo la registrazione entro quindici giorni, almeno in teoria, non si dovrebbero ricevere più chiamate indesiderate.
Le aziende di telemarketing, prima di contattare i potenziali clienti, dovranno verificare l’eventuale presenza dell’utenza nel Registro delle opposizioni; il controllo sarà molto costoso per le aziende, per esempio una che fattura 2 milioni di euro dovrà pagare fino a 200mila euro al mese per accedere ai registri: non a caso le associazioni di categoria chiedono a gran voce un ritocco delle tariffe che dovrebbe arrivare in un apposito decreto del ministero dello Sviluppo Economico.
{loadmoduleid 288}In vero lo strumento dell’iscrizione al registro esiste addirittura dal 2010 per i numeri fissi e negli anni si è provato ad ampliarlo e regolamentarlo in più momenti ma indicativamente dal 2017 la questione è rimasta in stand by: ora le cose potrebbero cambiare, ma l’uso del condizionale non è casuale. Resterà il problema dei call center abusivi e quelli ubicati all’estero, che potrebbero sfuggire al controllo e continuare imperterriti; c’è inoltre il problema dei consensi dati quotidianamente per poter usufruire di app, visitare siti o ancora per iscriversi a questa o quell’altra newsletter: in questi casi a nulla servirà l’iscrizione al registro.
La buona notizia è che però i contact center, in caso di violazioni, rischieranno sanzioni fino a 20 milioni di euro e per le imprese multe fino al 4% del fatturato annuo. Eventuali abusi potranno inoltre essere segnalati al Garante per la privacy.
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