Non sono per niente d’accordo con quei quattro cialtroni di Charlie Hebdoo che esclusivamente per fini di lucro si divertono a fare i disegnini su Maometto e seguaci,

provocando la strage che abbiamo visto e spacciando poi le loro cretinate come simbolo della libertà di espressione, della cultura occidentale e della democrazia, con l’approvazione di greggi sterminate di idioti e delle più alte cariche politiche e istituzionali dei Paesi d’Europa.

Penso invece che quelle cretinate non hanno nulla a che fare con la libertà, la democrazia e i nostri valori culturali e politici. Anche studiando il nostro diritto, ci hanno insegnato che la libertà trova limite nel neminem ledere, cioè nel punto in cui il suo esercizio travalica nella lesione di un diritto altrui e gli annali sono pieni di sentenze secondo le quali la libertà di manifestazione del pensiero non merita protezione allorchè sfocia nella lesione dell’altrui diritto all’onore, alla reputazione, alla libertà di fede religiosa, alle credenze e all’altrui patrimonio spirituale e morale.  

Ma, la satira!

Sulla sottile linea di demarcazione fra satira e offesa si sono sprecati fiumi d’inchiostro ed esercitate menti allenate da secoli di sofismi e di cavilli giuridici e filosofici, eredi del diritto romano, del Rinascimento, della Riforma, dell’Illuminismo, del Razionalismo, della Secolarizzazione, dell’Esistenzialismo e della Dissacrazione morale ottonovecentesca. Non possiamo pretendere che la capiscano i mussulmani che hanno avuto tutta un’altra storia nella quale non ci sono né Orazio né Giovenale né Pietro l’Aretino né la prolifica produzione di giornali e riviste satiriche e vignettistiche del Novecento. Del resto anche da noi una barzelletta o un disegno oltraggioso di Gesù o del Papa fanno scandalo. Solo che non vige la regola che il vilipendio religioso è punito con la morte. Da loro sì. Chi offende il Profeta deve morire. E’ la regola, discutibile o meno che sia, e chi maneggia mass media lo deve sapere.

Non c’era nessun bisogno di andare a sfottere ‘a mozzarella di Maometto. Dire cornuto a un siciliano non è come dirlo a un arbitro. Non per questo è giustificato ammazzare la gente. Ma andate a farlo capire a chi ha una regola diversa e se non la osserva va all’inferno.

Come pure non sono d’accordo con quella pagliacciosa passeggiata parigina dei principali leaders europei. M’immagino che effetto abbia avuto sui militanti dell’Isis vedere questi snob ben lavati e ben vestiti deambulare pacificamente con i cartellini in petto e i bambini a tracolla, loro che i bambini li addestrano ad ammazzare, le risate che si sono fatte e si saranno ancora più convinti che ci possono colpire quando vogliono.

Strombazziamo le nostre misure di difesa dal terrorismo solo per far fessi i fessi, la realtà è che siamo sulla difensiva e la difensiva è sempre l’anticamera della sconfitta. Non a caso gli Americani, che di armi se ne intendono, si sono ben guardati dal parteciparvi. A me ha fatto l’impressione di un impotente che va esibendo in giro la sua collezione di immagini pornografiche.

Pauperi nos.

 Aldo Di Vito
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Di Gigi Di Mauro

Giornalista con esperienza quasi quarantennale, è educatore e pedagogista clinico. Da oltre un ventennio si dedica allo studio della storia comparata delle religioni, ottenendo nel 2014 dal Senato accademico dell'MLDC Institute di Miami una laurea Honoris Causa in studi biblici. È autore di alcuni saggi, tra i quali uno sulle bugie di storia e religione

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