Pretestuoso, e similare a quello hitleriano dei Sudeti, il “casus belli” tra Mosca e Kyiv, come intollerabili le parole del dittatore moscovita sul regime nazista e drogato ucraino
L’invasione dell’Ucraina è a tutti gli effetti è una guerra, ma si può considerare anche come un attacco ai valori democratici che l’Europa rappresenta: perché in gioco sono due principi di governo e i due protagonisti principali sono Volodymyr Zelensky, presidente democraticamente eletto dell’Ucraina, e il dittatore Vladimir Putin, ex membro del KGB, che da vent’anni governa la Federazione Russa in maniera autoritaria, come mostra anche la repressione di ieri delle proteste a Mosca e San Pietroburgo.
Se fa ridere il ricordo del famoso lettone di Putin a Palazzo Grazioli e la miopia politica di chi non ha diversificato la politica energetica italiana, tragico è quello che attualmente sta accadendo a Kyiv! Perché da tre giorni si sta consumando uno scontro che sposta le lancette del tempo alla fine degli anni Trenta del ‘900, in quanto tutto non è diverso dall’indifferenza con cui le cancellerie liberali d’Europa accolsero l’Anschluss dell’Austria o l’annessione dei Sudeti e della Cecoslovacchia da parte di Hitler.
Pare che il tutto si voglia risolvere in sanzioni e blocchi SWIFT, ma sappiamo che non è così: è in ballo lo stesso futuro dell’Europa: perché, se il Dniepr è una barriera fondamentale tra la parte più russa e quella più occidentale dell’Ucraina, è evidente che le prossime mire imperialiste di Mosca – per ricreare una sfera d’influenza post-Yalta, come si può leggere chiaramente della minaccia a Svezia e Finlandia sull’adesione alla NATO – saranno le tre Repubbliche baltiche (strette in una tenaglia mortale tra exclave di Kaliningrad, la Bielorussia e il confine russo) e forse alcuni Paesi europei come la Repubblica Ceca e la Slovacchia.{loadmoduleid 284}
Pretestuoso, e similare a quello hitleriano dei Sudeti, il “casus belli” tra Mosca e Kyiv, come intollerabili le parole del dittatore moscovita sul regime nazista e drogato ucraino: siamo sicuri che non stesse pensando a chi gli era attorno? Perché Putin pare un uomo paranoico con delirio di onnipotenza e di “Ostalgie” sovietica, con spazi vitali e territori-cuscinetto tra grandi potenze: un qualcosa che è reso ancor più ridicolo dalla potenza a lunga gittata delle nuove tecnologie belliche e dall’ampio uso di guerra cybernetica.
Uno solo il dato di fatto: l’aggressione è ciò a cui si mirava e lavorava dal 2014, da quando la Federazione Russa ha occupato la Crimea e ha appoggiato, per avere il futuro pretesto, le autoproclamate Repubbliche di Donetsk e Lugansk.
In questi otto anni, Putin ha preso in giro l’Europa e ha pazientemente costruito questa campagna militare, creandosi una sua economia: se ha in pratica impoverito l’economia russa con un PIL similare allo spagnolo, è vero che ha ammassato risorse auree e, soprattutto, che ha creato una economia sostanzialmente autarchica per reggere alle sanzioni.
Non sarà una “blitzktieg” e nemmeno – con le ultime notizie di giocattoli bomba sganciati da aerei russi a Sumy, nella parte centrale dell’Ucraina per colpire i bambini e la popolazione inerme – una operazione esclusivamente militare: la verità è che Putin deve essere fermato con un intervento dei caschi blu ONU (e alla Russia dovrebbe essere tolto il diritto di veto in questo momento) e da un intervento militare europeo di “Peacekeeping”: perché ha davvero ragione il presidente Zelensky quando afferma che l’Ucraina è lo scudo dell’Europa.
La guerra è già iniziata e prima ne prendiamo coscienza e meglio sarà! Solo la consapevolezza di ciò e la compattezza dell’Occidente ci darà la forza di reagire! Muoviamoci ora per far valere la voce della democrazia e dichiarare che un regime democratico non può essere rovesciato dall’uso delle armi e che ogni nazione ha diritto alla propria autodeterminazione! Agiamo ora per evitare un nuovo e tragico 1° settembre ed evitiamo che “dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur”!