Vi siete mai chiesti chi è stata la prima in Italia ad ottenere la patente di guida? Il primato spetta ad una siciliana, Francesca Mirabile Mancusio, che la conseguì nel 1913
Fino a qualche anno fa si pensava che la prima donna patentata d’Italia fosse la torinese Ernestina Prola. Ma nel 2006 l’ACAIS (Associazione Cultori Auto di Interesse Storico) di Messina ha ricostruito tutti gli eventi e il primato spetta alla nobildonna siciliana Francesca Mirabile Mancusio.
Francesca nacque il 10 novembre 1893 a Caronia, in provincia di Messina, nel cuore dei Nebrodi. Figlia del cavaliere Luigi Mancusio originario di Capizzi, si sposa nel 1909, all’età di 16 anni, con l’avvocato Ignazio Mirabile.
Il padre, in occasione delle nozze, decise di fare dono alla figlia di un’automobile, una Isotta Fraschini AN 20/30HP che acquistò ad una cifra altissima per quei tempi: 14 mila e 500 lire. “Per quell’epoca, per quella mia età, era un dono prezioso. Nessuna delle mie compagne ne aveva una”, scriverà sul suo diario poi diventato libro.
Ma torniamo ad Ernestina Prola, la quale nel 1907 si era munita di una “licenza per la conduzione di veicoli” che veniva rilasciata dalla Prefettura sotto controllo del Genio Civile, dopo aver eseguito una visita medica ed una prova di guida (come da Regio Decreto n. 416 del 28 luglio 1901). L’ACAIS nelle sue ricerche aveva trovato altre licenze di conduzione che erano state rilasciate ad altre donne prima del 1907.
Nel 1902 alla principessa Carolina Cassini Sforza di Roma ed alla contessa Jitte Del Verme di Milano; nel 1903 alla signora Maria Frangiapane di Roma ed alla contessa Emma Corinaldi Treves di Padova; nel 1906 alla marchesa Adriana Bosurgi di Messina. Ma non bisogna confondere tale licenza con la patente di guida.{loadmoduleid 284}
A Francesca Mancusio invece, la Prefettura di Palermo il 5 giugno 1913 rilascia il “certificato di idoneità a condurre automobili con motore a scoppio”, dopo aver conseguito il certificato di abilitazione presso il locale Circolo Ferroviario d’Ispezione ed ottiene la regolare patente di guida in base al Regio Decreto n. 798 del 30 giugno 1912.
Tra le pagine del suo diario Francesca racconta di quella volta in cui si recò a Capizzi sfrecciando sulla sua Isotta Fraschini, tra lo stupore dei contadini, anche perché vedere un’auto da quelle parti era molto raro, ma vederla guidare da una donna era impensabile, tant’è che a quell’evento fu perfino attribuita la violenta grandinata che si abbattè quel giorno.
I suoi diari vennero poi pubblicati con il titolo “Due anziane signore ed un gatto con un’Appia al Circolo Polare Artico” dove racconta dei suoi viaggi in tutta Europa, fino all’estremo Nord. Nel 1953 fece dono al Museo dell’Automobile di Torino della sua Isotta Fraschini e della patente di guida che lì sono ancora esposti.
La storia che abbiamo raccontato può far sorridere e può sembrare poco importante, dato che un’attività oggi normale un tempo non era accessibile al sesso femminile.
La donna si spegnerà il 22 gennaio del 1974. Nel 2013 le è stato intitolato il tratto di lungomare di Caronia Marina, adiacente alla sua dimora.
Francesca, donna moderna, ribelle ed emancipata, non avrebbe mai pensato che quel dono fattole dal padre le avrebbe cambiato la vita, al punto di consentirle di avere questo primato.