Caro Presidente, mi dispiace che Vi siete deciso finalmente ad andarvene – scusasse Vossia se Vi dò del Voi, ma tra noi napoletani mi viene più consono del tedescofilo Lei – il “finalmente” lo dico per Voi, che non ce la fate più, come disse sinteticamente latineggiando Papa Benedetto, “ingravescente aetate”, che, spiego per gli incolti, significa “a cagione dell’appesantimento dell’età che avanza”. Mi dispiace anche perché non ho fatto in tempo a manifestarVi  un’idea che mi era venuta, penso salvifica e risolutiva per il nostro amato Paese. Approfitto e Ve la dico in zona cesarini.

Forse Voi, preso da tante incombenze e magari la televisione non Ve la filate neanche tanto, non ci avete fatto caso, ma noi possediamo un patrimonio di cervelli di primissima qualità, gente che sa tutto, capisce tutto, sproloquia e strologa di tutto, economia politica estera diritto giustizia criminologia sociologia ecologia medicina polizia investigativa strategia militare storia filosofia antropologia, insomma proprio tutto. E sono i giornalisti. Non avete visto quando fanno le domande dall’alto della loro scienza, a quei poveri sprovveduti e cretinetti di politici e li interrompono e poi si mettono a ridere, come per dire “Ma questo che sta dicendo, non capisce proprio niente”, sanno sempre giudicare se una legge o un provvedimento sono buoni o no, se il Governo sta facendo bene o male, chi è colpevole chi è innocente, se le sentenze sono esatte o sbagliate, che cosa si deve fare per riprendere l’economia e invece non viene fatto.

Mieli, Scalfari che cacano distillati d’intelligenza per il vellicolo, la Gruber, che rotea gli occhi furbetti, Ferrara, Feltri, assiomatici e sanguigni, Padellaro, dottor sottile del marxismo, l’Annunziata, che inarca il sopracciglio innervosito quando non riesce a mettere sotto l’interlocutore, Floris, che va avanti e indietro col sorriso ebete, come per dire qua sto io e tutti gli altri assettati, Santoro, che fa i comizi dal Monte Sinai stracolmi di faziosità, quell’altro con la camicia con le maniche rivoltate anche in pieno inverno e tanti altri che non me li ricordo il nome, insomma una galleria di scienziati di tutto rispetto e guai a dire a loro le schifezze che loro dicono ai politici, starnazzano di lesa libertà di stampa e sventolano la Costituzione e gli attentati alla democrazia.

Insomma è gente come si deve, caro Presidente. Non ci avete mai pensato a fare un Governo con tutti questi qua? Vediamo che sanno fare o sanno solo parlare.

Permettetemi di raccontarVi una cosa di quando ero Sindaco, durante l’angosciosa emergenza rifiuti, un pubblico ministero e il prefetto mi rompevano le scatole che io ero massima autorità sanitaria e dovevo levare la monnezza dalle strade, allora dissi loro “Facciamo una cosa, per quindici giorni io vengo a fare il PM o il prefetto, che lo so fare meglio di voi, e voi andate a fare il sindaco e levate la monnezzada mezzo alle strade”. Non accettarono e smisero di rompere.

Auguri di buon anno, Signor Presidente e penzate a’ salute.

Aldo Di Vito

Di Gigi Di Mauro

Giornalista con esperienza quasi quarantennale, è educatore e pedagogista clinico. Da oltre un ventennio si dedica allo studio della storia comparata delle religioni, ottenendo nel 2014 dal Senato accademico dell'MLDC Institute di Miami una laurea Honoris Causa in studi biblici. È autore di alcuni saggi, tra i quali uno sulle bugie di storia e religione

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