Domani sera, nella sala convegni del coivnento di sant’Antonio, un confronto aperto tra associazioni, utenti, politici e rappresentanti di Trenitalia per cercare soluzioni alle grosse penalizzazioni previste dai nuovi orari
di Milena Serio
«Trenitalia rimetta Nocera tra Napoli e Salerno». E’ questa la voce che si leva dall’Agro Nocerino Sarnese, che dice basta ai disagi del trasporto ferroviario.
I pendolari, la Pro Loco cittadina e le associazioni del territorio scendono in campo. Indetto un confronto per venerdì 9 Gennaio, a partire dalle 19, presso la sala convegni del convento di Sant’Antonio a Nocera Inferiore, per discutere del tema e cercare di trovare una soluzione. Una proposta di un tavolo a cui sono stati invitati a sedersi l’assessore regionale ai Trasporti Sergio Vetrella, l’Ufficio commercio di Trenitalia e tutti i sindaci del comprensorio, da Portici a Cava de’ Tirreni. Molti i primi cittadini o i loro delegati che hanno già dato adesione.
«Trenitalia ha applicato il detto car o mur e s’acconc a via. La caduta del muro a Portici è stata sfruttata per modificare delle tratte ferroviarie della linea storica Napoli-Salerno deviandole sulla linea Monte del Vesuvio. Con quest’orario entrato in vigore sono stati apportati anche dei tagli che sono indipendenti dalla caduta del muro – denuncia Alfonso Tulipano, pendolare da 26 anni. La tratta NA-SA è stata frazionata senza informazione ne valutazioni economiche appropriate. Viene favorita solo la città di Salerno, 130.000 abitanti, che con il nuovo orario ha un treno ogni 15 minuti mattina e sera, mentre Nocera ne ha solo due in sovrapposizione alle 7:41 e 7:46 e poi dopo un’ora. Il bacino di utenza è di 1.000.000 di cittadini e di trenta sindaci contro uno».
Consultando l’orario sul sito di Trenitalia, pubblicato il 14 dicembre e con validità di anno, appare evidente -infatti- che i vagoni con partenza dalla città partenopea e diretti a Sapri passano dalla linea dell’alta velocità via Monte del Vesuvio, evitando le fermate intermedie di Pompei e Nocera. Gli utenti dell’Agro diretti a Napoli sono così costretti ad effettuare un cambio a Torre Annunziata o a raggiungere il capoluogo provinciale, pagando anche una maggiorazione del biglietto. Oltre all’enorme dispendio di tempo e disagi, quindi, anche la beffa del prezzo. In alternativa c’è il trasporto su gomma già ingolfato o l’utilizzo di autovetture personali, con ripercussioni economiche e ambientali: chi scegli la macchina spende di più ed inquina di più.
Per Emiddio Ventre, pendolare e già presidente cittadino del Comitato No Vasche, si tratta di un problema politico: «In politica si chiamano opere di compensazione. La Regione a Nocera fa le vasche e per compensare ci toglie i treni. Politicamente non valiamo niente. O si svegliano i nostri amministratori o noi cittadini siamo costretti a far valere i nostri diritti».