Dal 22 gennaio avrà inizio l’anno procidano: previsti 150 eventi e 44 progetti in 330 giorni. La cerimonia di apertura che si annuncia “spettacolare e visionaria”

Si avvicina la fine dell’anno 2021 e Procida scalda i motori; durante la presentazione alla Regione Campania è stato dato un’anticipo della cerimonia di apertura ispirata alla suggestione dei miti del mare: durerà 8 ore, partirà dalla terra ferma, attraverserà il Golfo di Napoli per giungere sull’isola.

Saranno 330 i giorni di programmazione, distribuiti in un cartellone che comprende eventi e progetti, di cui 34 originali, 350 artisti provenienti da 45 Paesi del mondo, il coinvolgimento di 2000 cittadini e una nuova vita a 7 luoghi simbolo, tra cui l’antico Palazzo D’Avalos.
Mentre si mantiene il più totale riserbo sugli eventi “di valore mondiale” che avranno luogo nelle fasi iniziali e a conclusione, sia accenna ad eventi e progetti come la Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo e il progetto Echi delle distanze che coinvolge musicisti provenienti da Madagascar, Taiwan, Creta e Papua Nuova Guinea.
Il 18 gennaio 2021 il Mibact ha reso noto che la Capitale italiana della cultura 2022 è la città di Procida, titolo conferito con delibera del Consiglio dei Ministri del 29 gennaio 2021.
Il progetto culturale presenta elementi di attrattività e qualità di livello eccellente il contesto di sostegni locali e regionali pubblici e privati è ben strutturato, la dimensione laboratoriale, che comprende aspetti sociali e di diffusione tecnologica è dedicata alle isole tirreniche, ma è rilevante per tutte le realtà delle piccole isole mediterranee. Il progetto potrebbe determinare, grazie alla combinazione di questi fattori, un’autentica discontinuità nel territorio e rappresentare un modello per processi sostenibili di sviluppo a base culturale delle realtà isolane e costiere del paese“.
Questa la motivazione riportata nella delibera del 29 gennaio. Ogni anni il Consiglio dei Ministri conferisce il titolo di “Capitale italiana della cultura” ad una città italiana, sulla base di un’apposita procedura di selezione definita con decreto del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Diversa è la “Capitale europea della cultura”, in quanto prevede la nomina, per ognuno degli anni sopra indicati, di una città di ciascuno degli Stati membri in base a quanto previsto dalla Decisione del Parlamento europeo e del Consiglio. Dopo Matera nel 2019, l’Italia potrà partecipare di nuovo nel 2033.{loadmoduleid 284}

Di Gigi Di Mauro

Giornalista con esperienza quasi quarantennale, è educatore e pedagogista clinico. Da oltre un ventennio si dedica allo studio della storia comparata delle religioni, ottenendo nel 2014 dal Senato accademico dell'MLDC Institute di Miami una laurea Honoris Causa in studi biblici. È autore di alcuni saggi, tra i quali uno sulle bugie di storia e religione

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