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Intervistato dalla nostra redazione l’attaccante ha parlato di obiettivi e del rapporto con la piazza. Da quella maledetta sfida di Latina tante cose sono cambiate, ma il bomber salernitano è pronto a lanciare i molossi

mazzeo1La fine e l’inizio. Ad otto anni di distanza da quella sfortunata semifinale play-off del campionato di Lega Pro 2012-13, Fabio Mazzeo, che in quel match colpì un palo, sfiorando un goal che avrebbe cambiato probabilmente le sorti della Nocerina è pronto a vestire per la terza volta la maglia dei molossi.

Nessuno avrebbe mai immaginato che quella sarebbe stata l’ultima vera e forte emozione per il popolo rossonero, prima della discesa agli inferi di cui si porta traccia ancora oggi. Ma, con il suo ritorno, qualcosa sembra essere cambiato. Dopo un’estate poco felice nel rapporto tra la tifoseria e la società del patron Maiorino, l’arrivo Mazzeo ha riacceso l’entusiasmo. Ai nostri microfoni il bomber salernitano ha spiegato i motivi che lo hanno spinto a tornare: “Era un desiderio che avevo da quando andai via l’ultima volta, di poter tornare dove tutto era cominciato. La Nocerina mi era rimasta dentro. Poi ci sono state un paio di circostanze che hanno permesso che io firmassi e sono felicissimo per questo“. Insieme agli ingaggi di Bovo e Cason, in attesa di qualche ulteriore innesto di spessore, quello di Mazzeo ha inevitabilmente scosso la piazza: “Ho sempre seguito le sorti della squadra e spero che come ha acceso il mio di entusiasmo si accenda anche quello della tifoseria. Il mio desiderio è comunque quello di fare bene e dare una mano alla causa insieme al mister e ai compagni un po’ più grandi. Dobbiamo riaccendere la piazza e divertirci facendo una bella squadra“. mazzeo3Poche parole su quelli che possono essere gli obiettivi della Nocerina quest’anno. Con un Mazzeo in squadra, però, non potrà trattarsi di un campionato anonimo, anche in un girone complicato: “Gli obiettivi non li saprei dire, anche perchè non conosco nemmeno così bene questo girone che non ho mai fatto. Me ne hanno parlato e mi hanno detto che è quello un po’ più tosto. Dopo cinque giorni mi risulta difficile parlare di obiettivi, spero comunque che le cose vadano così come devono andare“. Per quanto riguarda il ruolo, pochi dubbi: è capace di ricoprire tutte le posizioni offensive del modulo di Cavallaro, il 3-4-2-1, anche nella variante 3-5-2: “Con il mister ne abbiamo parlato, mi piace molto il suo modo di lavorare. In attacco potrei ricoprire tutti i ruoli, come punta o nei due. Saprà lui come farmi giocare. Il mio obiettivo è sempre lo stesso: fare bene, fare gol, fare giocate, assist. Poi comunque, essendo una squadra molto giovane, dare una mano a chi inizia ora la carriera“. L’ex Potenza e Livorno ha iniziato la sua carriera proprio a Nocera, dopo una breve parentesi alla Salernitana con poche presenze. Nel biennio 2004-2006, il secondo sotto la guida di Chiancone, il giovanissimo attaccante riuscì a guadagnarsi un posto da titolare a suon di goal e a farsi conoscere in tutta la C: “Ero un bimbo di 21 anni e mi hanno dato la possibilità di farmi diventare giocatore, opportunità che io ho sfruttato. Quando sono ritornato (nel 2012, ndr) era già un’altra squadra, molto più competitiva. Facemmo bene, peccato per i play-off. A Nocera son diventato uomo e avevo questo desiderio di ritornare“. mazzeo2Un rapporto speciale con la piazza quindi, consolidato negli anni: “Una piazza che mi è sempre rimasta nel cuore dove sono sempre stato bene, perchè calda, con tifosi molto presenti. Sono le piazze più belle per giocare a calcio. Anche per i giovani è un trampolino importante, perchè fare bene qui ti dà una grande visibilità“. E proprio ai tifosi sono dedicate le ultime battute dell’intervista. Dopo il Covid, potranno tornare ad essere protagonisti sulle gradinate, e questo per Mazzeo è molto importante: “Gli stadi chiusi sono stati una botta per loro che sono abituati a seguire la squadra dappertutto. Ricordo che giocavamo in casa anche in trasferta. Immagino quanto abbiano sofferto e so che ora torneranno. Mi auguro anche di tornare presto al San Francesco perchè quella è la nostra vera casa“.

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