Un flashmob in skateboard per far sapere che Nocera Inferiore non ha spazi per poter giocare. Si terrà venerdì 19 dicembre a partire dalle ore 17 e da piazza Diaz a piazza del Corso è annunciata una nutrita partecipazione

Un flashmob per gridare la mancanza di spazi per ragazzi a Nocera Inferiore. Lo ha organizzato “L’Altra Nocera” e si terrò venerdì 19 dicembre a partire dalle 17. «Quando si guarda alla realtà quotidiana dei giovani nocerini – scrive Fausto Cianciullo di l’Altra Nocera fortunati per essere nati e cresciuti nel lato “felice” della Campania, ci si rende subito conto, osservandone le strade che questa felicità, per così dire, è del tutto illusoria. Vivere il disagio a Nocera Inferiore significa essere privati degli spazi, quelli pubblici, aperti, interattivi, all’interno dei quali esternare l’estro, la creatività ma anche semplicemente sviluppare il dialogo e le conoscenze. Nocera Inferiore è un paese dormitorio, una realtà che si abita ma non si può vivere, ma nonostante ciò non priva di agorà creative, per lo più improvvisate per strada, interessanti nicchie di pensiero sprovviste però delle strutture che possano favorirle. Nocera è insomma il paese che preferisce avere un bar ad ogni angolo piuttosto che sviluppare centri sociali o ai laboratori, Nocera è il paese che sequestra le tavole da skate dei giovani che si esibiscono piuttosto che incentivarne il talento. Per reagire a tutto ciò il collettivo L’Altra Nocera lancia una nuova iniziativa, un flashmob dal nome diretto e ambizioso, #Riprendiamociglispazi, un grido di protesta alla vuotezza di possibilità in una terra ricca di potenziale. Il flashmob vedrà protagonisti gli skater che a bordo delle loro tavolette sfileranno venerdì 19 dicembre dalle ore 17.00 da Piazza Diaz fino a Piazza del Corso.

L’evento è stato lanciato anche sui social network dove si può leggere la nota che specifica l’obiettivo principale: «Gesti come quelli dello scorso 14 dicembre, quando sono stati sequestrati da alcuni commercianti del centro gli skate dei ragazzini che giocavano nei paraggi, dimostrano non solo il bisogno di spazi dove poter far concentrare gli incontri e le attività artistiche ed espressive, ma soprattutto educare quella parte di cittadinanza non ancor abituata al fermento culturale che si sta sviluppando. Non è possibile che a degli adolescenti nel pieno del proprio sviluppo creativo vengano sequestrati il pallone o la tavola da skate perché ritenuti fastidiosi. Le attività commerciali possono lamentarsi quanto vogliono con questi giovani che potrebbero in qualche modo turbare con i loro giochi il sereno svolgimento del loro lavoro, ma se la città non offre spazi attrezzati allora dove dovrebbero andare i ragazzi ad esibirsi o anche solo a giocare? Noi vogliamo reagire a tutto questo, noi vogliamo creare questi spazi».

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