Una nuova iniziativa online del sodalizio legato alla nota rivista di geopolitica diretta da Lucio Caracciolo fa il punto sul ruolo dell’Alleanza Atlantica in un mondo in trasformazione
Si intitola “Il mondo cambia: e la Nato?” l’ultimo evento online organizzato dal Limes Club Unical, coordinato dal professor Livio Chidichimo, docente dell’Università della Calabria.
Il convegno, da non perdere per gli appassionati di geopolitica, si è tenuto online il 27 maggio ed è disponibile ora sul canale Youtube del Club all’indirizzo https://www.youtube.com/watch?v=fpISvodFU1U.
Ha visto coinvolti, insieme al professor Chidichimo in veste di moderatore, il professor Giorgio Cella, docente dell’Università Cattolica di Milano, e Alessandro Politi, direttore del “Nato defense college foundation”. Delicatissimi i temi trattati: Cella ha parlato de “Il fianco orientale dell’Alleanza Atlantica e la crisi ucraina: uno stallo permanente?“, mentre il secondo de “La Nato fra global e regione Sud“.
«Non farò un’analisi di stretta attualità – ha esordito Giorgio Cella, storico delle relazioni internazionali – né risalirò come pure sarebbe giusto al Medio Evo, ma al periodo postsovietico, negli anni tra la fine degli ’80 e l’inizio dei ’90». Il processo di allargamento della Nato verso l’ex giardino di casa sovietica ha avuto secondo Cella un ruolo fondamentale nella situazione attuale. Insieme a quello il processo di reintegrazione nello spazio russo di popolazioni che non si trovavano a loro agio nel nuovo spazio creatisi dopo la fine della guerra fredda ma si sentivano legati al secolare potere russo, e conflitti “protratti” come quello ucraino, non fermato nemmeno dalla pandemia. L’Ucraina ha una doppia valenza strategica: per la Russia perché rappresenta una fascia di sicurezza e distanza dal centro politico di Mosca e San Pietroburgo; da parte occidentale l’Ucraina è fascia di sicurezza che distanzia nazioni come Polonia, Romania, Bulgaria, ormai “occidentalizzate”, da Mosca.Ha fatto invece riferimento al vertice del prossimo 14 giugno Alessandro Politi, che ha evidenziato come il quadriennio con un presidente Usa “poco professionale” non abbia aiutato i rapporti tra Est e Ovest. Il suo intervento si è soffermato – tra l’altro – sul prossimo segretario generale dell’Alleanza, che potrebbe essere un italiano, e su altri temi che non hanno tralasciato il fenomeno migratorio e il ruolo da “assegnare” all’India, all’Africa e all’America Latina nel contesto delle finalità che oggi ha e quelle che dovrà avere l’Alleanza Nato e cosa l’Italia, in questo quadro, dovrà essere. Temi che meritano assolutante la visione dell’evento.