Non siamo quasi mai sulla stessa lunghezza d’onda, e quando succede, anche solo per il 50% delle volte, siamo di fronte ad un evento trascendentale. Perché?
di Anita Ferraioli
Quante volte abbiamo sentito dire o abbiamo proprio noi detto che le donne siano poco abili alla guida, che gli uomini iniziano una cosa solo quando e se hanno terminato quella precedente, che gli uomini non acoltano mentre le donne parlano all’infinto e… chi più ne ha ne metta.

La ragione per la quale marziani e venusiane (definizione usata dallo psicologo John Gray) non riescano a comunicare risiede nelle connessioni cerebrali.
Per gli uomini un cervello più pesante e con più neuroni (materia grigia),
ma connessioni circoscritte in un solo emisfero (più sviluppato) quello relativo a razionalità, linearità, consapevolezza dello spazio ed orientamento. Per le donne un cervello meno pesante in cui però sono sviluppate le connessioni tra i due emisferi (materia bianca), quindi da un lato la parte razionale e lineare dall’altro la parte emotiva, creativa e intuitiva sono sempre in comunicazione tra loro.
Questa differenza di connessioni si riflette anche nell’elaborazione del linguaggio; le donne parlano… parlano… parlano, gli uomini… no! Non sono inclini a confidarsi, sono pragmatici e concreti e preferiscono affrontare pochi problemi di facile soluzione.uomo donna multi Tuttavia, in quanti si sono trovati in una discussione esplosa per una parola apperentemente innocua, ma capace di innescare una crisi diplomatica senza capire come? Il motivo è che le donne tendono ad incamerare più efficacemente
le informazioni a carattere sensoriale e ricordano le esperienze di tipo emotivo.
Occhio quindi a quanto detto e fatto in passato, non volendo, le donne incamerano e conservano ricordi.
Insomma di differenze intellettive ce ne sono eccome, come di difetti di comunicazione, ma con buona pace di chi sostiene che l’uno sia migliore dell’altra o viceversa, si può essere diversi e complementari. Il che permette di avere un percezione della realtà a 360 gradi.

Di Gigi Di Mauro

Giornalista con esperienza quasi quarantennale, è educatore e pedagogista clinico. Da oltre un ventennio si dedica allo studio della storia comparata delle religioni, ottenendo nel 2014 dal Senato accademico dell'MLDC Institute di Miami una laurea Honoris Causa in studi biblici. È autore di alcuni saggi, tra i quali uno sulle bugie di storia e religione

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