L’artista aveva 76 anni. Il ministro Franceschini «Ci ha lasciato un Maestro». Tra le canzoni più famose “La cura”, “Centro di gravità permanente” e “Voglio vederti danzare”
di Fabrizio Manfredonia
Se n’è andato nella notte, dopo una lunga malattia, il cantautore siciliano Franco Battiato.

Poliedrico, trasversale, artista unico nel panorama culturale e musicale italiano, si è spento nella sua casa di Milo a 76 anni: da diverso tempo non appariva in pubblico. Nato a Jonia il 23 marzo del 1945, l’artista ha avuto una carriera lunghissima, distribuita in oltre cinquant’anni di attività spaziando dalla musica pop, a quella elettronica, passando per l’avanguardia, il rock progressivo, la musica etnica e le colonne sonore. La musica non fu l’unico amore di Battiato: è stato anche regista, attore, scrittore, pittore e, per circa un anno nel 2013, ricoprì il ruolo di assessore regionale al turismo in Sicilia nella giunta guidata da Rosario Crocetta. Memorabili le sue collaborazioni con Milva, Alice e con il filosofo Manlio Sgalabro.
«Ci ha lasciato un Maestro – ha scritto il ministro della Cultura Dario Franceschini – unico, inimitabile sempre alla ricerca di espressioni artistiche nuove. Lascia un’eredità perenne».
Simili parole sono arrivate anche da parte del presidente del Parlamento europeo, David Sassoli.
«Il mio sincero, profondo dispiacere. Maestro, poeta – ha scritto in un tweet Sassoli – signore della musica e delle parole. Ci mancherà».
Franco Battiato ottenne il primo contratto discografico grazie all’amicizia di un altro grande della musica, Giorgio Gaber, ma è nel 1981 che ottenne il primo successo commerciale con l’album “La voce del padrone” primo disco a superare il milione di copie vendute in Italia.
Tra le sue canzoni più famose “La cura”, “Centro di gravità permanente”, “Voglio vederti danzare”, “Bandiera Bianca”, “Cuccuruccucù” e “La stagione dell’amore”. In molti ancora ricordano la sua presenza a Nocera Inferiore nella seconda metà degli anni ’70, in un concerto che si tenne nell’area di fianco allo stadio cittadino. All’epoca era il moog  lo strumento cui dedicava le sue energie.
Le esequie si svolgeranno in forma privata.

 

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