L’ex candidato sindaco del Movimento, Pasquale Milite, rilancia l’allarme verso insediamenti produttivi che andrebbero a farsi in una zona ad alto rischio ambientale
Non ci sta il Movimento 5 Stelle di Nocera Inferiore al nuovo bando per l’area Pip di Casarzano. A manifestare il dissenso Pasquale Milite, già candidato sindaco del movimento, con un comunicato stampa: «A seguito del “nuovo bando per l’assegnazione delle aree Pip di Casarzano”, comunicato dall’assessore Amato, e che pare sarà pubblicato entro questa settimana, la “Giunta Torquato” dice di voler mettere fine ad una vicenda iniziata nel 2007. 49.000 mq di terreno verranno assegnati ad imprenditori in una zona con rischio idrogeologico, dove, nelle immediate vicinanze, quasi sicuramente, verrano costruite addirittura delle vasche di laminazione! Successivamente pare che sarà fatto un ulteriore bando per Fosso Imperatore, dove saranno messi a disposizione ulteriori 120.000 mq di terreno». Milite ricorda poi le sollecitazioni rivolte al primo cittadino rispetto all’argomento ed all’ambiente: «Ma quanto è stato fatto in questi, oramai quasi tre, anni di amministrazione per valutare la reale necessità di quest’ulteriore consumo di territorio? E poi, tutto ciò, non mette in contraddizione l’amministrazione, “definatasi a tutela del verde”, con la revisione dei lotti minimi per le aree agricole e la limitazione della realizzazione di garage e parcheggi interrati? Noi, attivisti del MoVimento 5 Stelle di Nocera Inferiore, per ben 2 anni abbiamo presentato una lettera al nostro sindaco dove chiedevamo la compilazione del censimento di “Salviamo il Paesaggio” per valutare la “reale disponibilità dell’edificato”, sia civile che industriale e del suo utilizzo. Con questo strumento, o qualcosa di simile che si può ancora realizzare all’interno della stessa Casa Comunale, si potrebbe fare un analisi accurata della disponibilità, che in virtù anche di rifacimento del PUC, potrebbe dare nuova linfa e sbocchi ad edifici pre-esistenti. Si potrebbe favorire la nascita di consorzi per l’acquisizione delle ex-aree di Salerno Sviluppo, VEPRAL ed altre aziende oramai chiuse, così come la riqualificazione di opifici in prossimità della città, ex-GALANO, ex-SCHIAVO, ex-IMEPA, residui MCM e tant’altro ancora che c’è in giro, dove si può far nascere poli manifatturieri, centri di ricerca e sviluppo, piccolo artigianato e comunque qualsiasi attività compatibile con l’ambiente urbano, così da riportare anche un minimo di “vita commerciale” al tessuto imprenditoriale presente nell’urbano e che si sta diradando sempre di più. Attenzione a non farci passare come “negazionisti”, la nostra richiesta è vecchia di quasi tre anni e parlava di valutare, rivedere ed usare metodi nuovi per la nascita di aziende che vogliono “creare benessere sociale” e non meramente “costruire ulteriori opifici” che diventeranno poi cattedrali nel deserto oramai già arido dell’epoca post-industriale che abbiamo appena lasciato».