L’associazione nocerina ripropone una vecchia e mai sopita questione che riguarda la realtà territoriale più importante dell’Agro. Pronta una raccolta di firme
Riceviamo e pubblichiamo un comunicato dell’associazione Urbe Nocera, in merito all’unificazione delle due Nocera. Annunciata, tra le righe, una raccolta di firme affinché siano direttamente i cittadini ad esprimersi su una vicenda che tiene banco da quasi un decennio.
La geopolitica è una disciplina che studia le relazioni tra la geografia fisica, la geografia umana e l’azione politica. Il nostro paese ha un’enorme lacuna in una materia importante tanto quanto quella economica, industriale e sociale. Nei secoli è stato il nostro tallone d’Achille. L’inizio del declino geopolitico “italiano” lo abbiamo avuto nel 395 D.C. con la scissione dell’impero romano in Occidente e Oriente. Uno scisma da cui non ci siamo più ripresi. Una delle conseguenze è stata il primo “sacco di Roma” quindici anni dopo. In Storia nulla accade per caso.
Nel corso dei secoli le occasioni per riunificare un intero popolo sotto un unico Stato sono state diverse.
Il primo appuntamento lo abbiamo mancato con le repubbliche marinare, primo esempio di talassocrazia, padroni assoluti del mare che bangnano le nostre coste fino ad arrivare allo stretto del Bosforo, attuale Instanbul. Ma anche in questo caso piuttosto che far fronte comune per il controllo dell’intera Europa del Sud e per il respingimento dell’impero Ottomano che risaliva i balcani, ci si concentrava a fronteggirsi a vicenda affinche nessuno avesse la totale supremazia marittima.
Risultato: la fine del controllo sul “mare nostrum”. In storia nulla accade per caso.
Lo spettro delle divisioni italiane aleggia nuovamente durante il periodo rinascimentale.
Prese singolarmente le allora signorie ( Firenze-Milano-Genova-Venezia- Regno di Sicilia) non avevano pari in Europa per ricchezza, arte e cultura, tanto che erano le stesse banche “italiane” ad erogare prestiti agli altri stati in Europa che inziavano a delinearsi. Ma per l’atavico problema culturale italiano che ci portiamo come una spada di Damocle da secoli, si è preferito allearsi con un’ alternanza scientifica, ora con la Francia ora con la Spagna, per combattersi a vicenda ( Firenze contro Milano- Milano contro Venezia e così via) affinché nessuno avesse la leadership della penisola per una riunificazione. Abbiamo dovuto attendere il 1861 e l’avallo degli inglesi per l’unità d’Italia.
Ed è proprio su questo punto che vogliamo porre l’accento.
La riunificazione non deve avvenire solo per questioni meramente economiche favorevoli, ma anche e soprattutto per questioni geopolitiche territoriali. Senza una citta leader di un territorio come l’agro non avremo mai il posto che ci spetta nello scenario regionale dove si prendono le decisioni che contano. Ma dovremmo sempre attendere il nostro turno.
E la storia ci ha già insegnato, dovremmo farne tesoro, che non esiste sviluppo economico senza unità politica.
Le relazioni geografiche ed umane sono già mature in due città gemelle. Manca, come spesso accade, l’azione politica. Essa è prerogativa dei cittadini che la esercitano attraverso i rappresentanti che, concentrandoci solo sotto questo aspetto senza cadere nella generalizzazione, sono immobili rispetto ad un progetto di una tale grandezza che dovrebbe veder profuse molte energie e tanta consapevolezza.
Ed è proprio quest’ultima che manca prioritariamente nella cittadinanza.
Sempre presente nel sottolineare le cose che non vanno, completamente assente nel prendere inziativa. Sempre pronta a dare la colpa a qualcun altro, senza mai rendersi conto che la colpa sta proprio nell’inettitudine e nella mancanza di un progetto territoriale nel medio lungo termine.
Allora è giunto il momento di dare uno scossone al nostro territorio, ma dal basso. Immaginando la nascita della futura città leader dell’intero Agro, non molto vasto ma densamente popolato, economicamente fragile ma capace di primati inegugagliabili su tutto il territorio regionale e nazionale.
Soprattutto noi giovani lo chiediamo e saremo in prima fila in primavera, quando ci auguriamo, l’emergenza sanitaria sarà alle spalle, inizieremo tutte le attività necessarie affinché ad esprimersi possano essere i cittadini.
L ‘appello più accorato va proprio ai nostri coetanei. Ci hanno sempre detto che siamo il futuro di questo paese ma che siamo anche disinteressati alla vita politica dei nostri territori. È giunto il momento di prenderci la nostra responsabilità, con coraggio ed orgoglio.
Anche perchè nessuno ci ha mai risposto a questa domanda: Perché no ?
“La follia sta nel fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati diversi”