La confusione sulle misure del Dpcm regna sovrana. In tutti i casi colpiti più o meno gravemente bar, ristoranti, pizzerie, gelaterie, pasticcerie. Salvi parrucchieri ed estetisti
Campania ancora in bilico, al momento in cui scriviamo, tra zona arancione e zona rossa, dopo il decreto del 3 novembre, già ribattezzato “decreto semaforo” che detta le regole di comportamento a seconda del livello di contagio rilevato nella regione in cui si abita.
La Campania sembra rientrare tra quelle arancioni, ma il ritardo nel renderle note insospettisce sulla reale entità del contagio nelle nostre zone. E allora, in attesa della classificazione andiamo a vedere cosa potremo e non potremo fare a seconda di come la nostra regione sarà classificata:
L’ipotesi della zona gialla (o verdi secondo altre fonti)
Il “coprifuoco” scatta alle 22 e dura fino alle 5 del mattino. È vietato uscire di casa, se non per motivi di salute o lavoro. Bar, ristoranti, gelaterie e pasticcerie chiusi alle 18. Didattica a distanza al 100% nelle superiori. Capienza dimezzata nel trasporto pubblico: 50 per cento su bus, metro e treni regionali. Centri commerciali chiusi nel weekend e nei giorni festivi. Stop a musei, mostre, sale bingo. Bloccate le crociere. Sospesi i concorsi pubblici, anche quello della scuola. Fanno eccezione quelli che riguardano il personale della sanità. Consentito l’accesso ai parchi, sempre rispettando la regola del distanziamento di un metro.
Se la Campania diventa arancione
Ci sarà un inasprimento delle regole rispetto alle zone gialle. Bar, ristoranti, gelaterie e pasticcerie resteranno chiusi sempre. Aperti parrucchieri e centri estetici. Vietato ogni spostamento in un Comune diverso da quello di residenza o domicilio, salvo comprovate ragioni di lavoro, studio, salute.
Se la Campania diventa zona rossa
Vietato ogni spostamento in entrata e in uscita dai territori, ma anched all’interno di un Comune, se non per le solite esigenze lavorative, situazioni di necessità o per motivi di salute. Didattica a distanza in queste regioni estesa alla seconda media. Chiusi bar, pasticcerie, ristoranti, e tutti i negozi che non vendono beni essenziali. Consentita la ristorazione con consegna a domicilio e – fino alle 22 – la ristorazione con asporto, con divieto di consumare sul posto o nelle vicinanze. Aperti i negozi di alimenti e bevande nelle aree di servizio e rifornimento carburante lungo le autostrade, negli ospedali e negli aeroporti. Restano aperte anche le industrie, così come farmacie e supermercati.
Torna l’autocertificazione quando si dovrà uscire dopo le 22.