È di Antonio Corradini, nato ad Este, il bozzetto della meravigliosa statua che incanta ogni anno migliaia di persone. È l’autore anche della statua denominata “la Pudicizia”, conservata nella stessa cappella
Esiste una curiosa connessione storica, geografica ed artistica, celata ed intrigante, nella creazione di scultore artistiche, animate in un prezioso blocco di marmo, tra l’antica cultura della terra veneta e la bellissima terra campana e, particolarmente legata tra la cittadina di Este (Pd) e correlata alla città di Napoli. Chi ha permesso questo “miracolo” culturale, è un artista di Este, una ridente cittadina vicino a Padova, quella stessa città che ha dato origine e natali alla dinastia dei Signori d’Este, famosi Duchi di Ferrara, uno scultore che era stato innalzato agli onori della fama in Italia ed in tutta Europa, per la grande maestria con cui scolpiva delle mirabili velature marmoree su ritratti di giovani dame: lo scultore Antonio Corradini, nato ad Este (Pd) il 19 Ottobre 1688 e morto a Napoli, il 12 Agosto 1752).
Moltissime sono le storie misteriose raccontate dalla bellissima città di Napoli, con i suoi magnifici tesori celati, che da sempre attirano l’interesse di turisti provenienti da ogni parte del mondo. Tra i suoi capolavori marmorei, c’è infatti il Cristo velato che è sicuramente uno dei più suggestivi e apprezzati in tutto il mondo. Ebbene questa meravigliosa scultura, con la sua storia e la sua leggenda legata alle attività alchemiche ed esoteriche del nobile Principe Raimondo di Sangro, ci regala una piccola curiosità aggiuntiva, fatta di eleganza, di originalità, e di alta maestria artistica, quasi misteriosa e magica: il velo sottile, morbido ed aderente sul corpo ed il volto del Cristo. Con le stesse caratteristiche e particolarità di effetto, esiste anche l’imponente scultura marmorea della dama della “Pudicizia” realizzata nell’anno 1752, attualmente conservata nella Cappella San Severo, a Napoli, opera commissionata da Raimondo di Sangro, settimo principe di Sansevero. Del suo autore veneto di Este, Antonio Corradini, traspare la grande abilità tecnica ed artistica, nel quale le forme del viso femminile si modellano sotto il velo aderente, lasciando intravedere, con delicata naturalezza, espressioni dolcissime di purezza e di nascosta castità.
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Questa scultura di marmo freddo, ma vivo, anzi vibrante, ha coinvolto moltissimo la sensibilità del Principe di Sansevero, tanto da dare allo scultore veneto l’incarico e la commissione di creare un Cristo velato deposto sulla sua lastra tombale. Un’opera mirabile, unica nel suo genere, un’opera ricca di fascino e con una velata aura di mistero che porta la maestria e l’eleganza dello stile barocco del tempo.
Nelle intenzioni del committente, munifico protettore dell’arte e principe mecenate, la statua doveva essere eseguita da Antonio Corradini, che per il principe aveva già scolpito la Pudicizia. Tuttavia, Corradini morì improvvisamente a Napoli nel 1752 e fece in tempo a terminare solo un bozzetto in terracotta del Cristo velato, oggi conservato al Museo di San Martino.
L’opera era destinata alla Cappella Sansevero che il principe Raimondo de’ Sangro, volle decorare, in maniera definitiva, tra il 1749 e il 1770. A tale scopo, Corradini fu invitato a Napoli nel 1749 dal principe ma, predisposto il piano complessivo dell’opera, consegnò al committente solo alcune sculture oltre ai vari bozzetti consegnati al principe, vi era anche quello in terracotta esposto al Museo di San Martino, collocabile tra il 1750 e il 1752. Il bozzetto fu la fonte d’ispirazione alla più celebre opera in marmo raffigurante il Cristo velato realizzata nel 1752 da Giuseppe Sammartino, scultore napoletano. Il bozzetto di Corradini, pervenuto al Museo di San Martino nel 1914 in seguito all’acquisto, è esposto nella Spezieria o Farmacia della Certosa.
Un’alchimia stranissima di eventi e situazioni, con attori due mirabili scultori ed un munifico protettore dell’arte, che assieme al loro operato, sogni e desideri, hanno permesso la nascita di un’opera unica e leggendaria. Sì leggendaria perché le leggende hanno sempre suscitato stupore ed ammirazione, ed hanno accompagnato la storia dell’uomo, affascinandolo con il loro velo di misteri ed intrighi. Il termine “leggenda” indica qualsiasi storia o racconto strano o curioso, che abbia elementi reali, ma trasformati ed alterati dalla fantasia, come accade nella nostra storia, perché nonostante i molteplici documenti storici abbiano fatto chiarezza sul Cristo Velato, questa rimarrà sempre un’opera ricca di fascino e con una velata aura di mistero.