Il primo spettacolo dell’edizione 2025 de “L’Essere e l’Umano”,racconterà con tagliente ironia i giovani. Sul palco due pluripremiati attori: Niccolò Fettarappa e Lorenzo Guerrieri

Dopo lo straordinario successo di “Solo quando lavoro sono felice” andato in scena l’anno scorso, Niccolò Fettarappa torna al Diana di Nocera Inferiore con “La Sparanoia” primo appuntamento dell’edizione numero nove de “L’Essere e l’Umano” rassegna firmata da Artenauta Teatro e ideata da Simona Tortora, con l’organizzazione di Giuseppe Citarella e il patrocinio del comune di Nocera Inferiore.

Lo spettacolo vedrà in scena lo stesso Fettarappa, che ha anche scritto il testo, accompagnato da Lorenzo Guerrieri. I due giovani attori che, nonostante l’età, hanno già fatto incetta di importanti riconoscimenti teatrali hanno anche curato la regia dello spettacolo. Tra tagliente ironia, riflessioni semiserie e il contributo intellettuale dello scrittore Christian Raimo, la pièce racconterà la generazione dei giovani adulti.

Per parlare de “La Sparanoia- atto unico senza feriti gravi purtroppo” abbiamo intervistato Niccolò Fettarappa.

Come nasce lo spettacolo che vedremo in scena domani sera alle 20:45 al teatro Diana?
“La Sparanoia” è nato nel 2020: c’era un fortissimo senso di impotenza tutti eravamo a casa a fare pratica di sopravvivenze misere. All’inizio doveva chiamarsi “La bomba” perché volevo usare la suggestione di una bomba che non riesce ad esplodere. È interessante perché una bomba parte dal “micro” per arrivare al “macro”: mi piaceva l’idea che si partisse da un punto piccolo per poi espandersi. È un confronto tra la generazione di giovani e le generazioni di giovani del passato. Negli anni ’70 essere giovani significava partecipare alla vita politica, riflettere sulle trasformazioni sociali: oggi è vivere la febbre del successo, dell’iperattività. Negli anni ’70 i giovani volevano cambiare la società, oggi pregano per essere all’interno della stessa: vogliono un lavoro stabile, una casa. Sono cambiate le condizioni.
Come si inseriscono i due personaggi in scena, interpretati da te e Lorenzo Guerrieri?
Siamo delle voci narrative: entriamo e usciamo nei discorsi. Portiamo in scena discorsi giornalistici, politici, nostalgici.
Torniamo al processo di costruzione del testo.
Prima di scrivere c’è stata una lunga fase preliminare dedicata alla lettura di articoli, anche di giornali che non stimo, per assorbire i vocaboli, il lessico, l’allarmismo, il linguaggio della reazione per poterlo poi portare in scena.
È una satira?
Non propriamente. Noi non portiamo in scena personaggi definiti, dei nomi e dei cognomi, altrimenti sarebbe teatro naturalistico.
Parliamo del titolo.
Il titolo è una crasi tra sparare e paranoia che poi è la patologia del sistema in cui viviamo un po’ tutti. La paranoia, a differenza di altri disturbi, è un delirio lucido che parte da elementi reali che si combinano in modo ragionato. Oggi quando c’è un’emergenza si applica la paranoia del nemico: c’è bisogno di un nemico. Così, ad esempio, un barcone che arriva, chiaramente un’emergenza da affrontare, viene descritto come pieno di “nemici”
Si tratta di uno spettacolo politico?
È uno spettacolo che ha del politico e ha l’intento di convocare il collettivo. È nato dallo sconforto degli scorsi anni. Dietro alla scherzata comica c’è una lacrima.

Per info e prenotazioni è possibile rivolgersi al botteghino del teatro Diana oppure telefonare al 3205591797 o al 3287892486.

Lo spettacolo inizierà alle 20:45. Alle ore 18 invece, ci sarà il primo appuntamento di “Anteprima foyer”: per i primi 5 appuntamenti del cartellone, ci sarà un artista del territorio che proporrà una sua personale nel foyer del teatro prima dello spettacolo.

La prima artista sarà Anna Sole Tortora con il progetto “Risonanze”.