La scoperta è stata fatta da due studiosi veneti: il geologo Gilberto Artioli e l’archeologo Massimo Vidale. Ma l’araldista e storico veneziano Orazio Mezzetti lo aveva già ipotizzato oltre un anno fa

due pagine del libro che Orazio Mezzetti sta scrivendo
due pagine del libro che l’araldista e storico veneziano Orazio Mezzetti sta scrivendo

Sono state formulate molte congetture sulla misteriosa scultura in bronzo del leone di San Marco, quella posta sopra la colonna sinistra che affianca il Palazzo Ducale, in piazzetta San Marco, di fronte all’omonimo bacino.
Ma, finalmente, studi recenti hanno schiarito le nebbie incerte della storia, esprimendo con forza e certa importanza quella verità che ha lasciato veneziani e non con scomposto stupore: l’antica statua marciana sarebbe di origine cinese.
Questa curiosa teoria, da me già sposata a causa dello stile della sua testa che ricordava i particolari suggestivi dei leoni (draghi cinesi) la stavo portando avanti da circa un anno nella stesura di un mio libro che sto scrivendo e che porterà questo particolare titolo: “Il geniale simbolismo araldico del quarto della marineria veneta del 1947”. Il volume parla dell’eliminazione ingiusta e forzata di questo quarto marittimo, dove questo leone stilizzato faceva da grande attore affascinante e misterioso. La scienza e gli studi di Massimo Vidale, archeologo e studioso di storia veneziana, e Gilberto Artioli, geologo, entrambi dell’Università di Padova, hanno confermato con sicurezza che la statua è cinese, proveniente dal bacino inferiore del fiume Azzurro in Cina.
Hanno analizzato il minerale di cui è composto la statua contiene minuscole particelle di piombo, di cui hanno esaminato gli isotopi, dimostrando inequivocabilmente la provenienza da aree geografiche e metallogeniche molto precise, ovvero quelle del bacino inferiore dello Yanzé, il Fiume Azzurro della Cina meridionale. I minerali fusi per la realizzazione della statua risalirebbero all’VIII secolo.
I ricercatori dicono che l’affabilità del test risiede tutto nella completezza del database, ed avendo il database completo, è chiaro che c’è una interpretazione univoca, che è coerente a tanti dati che abbiamo e che si confrontano molto bene. La certezza assoluta nella scienza non c’è, ma in una percentuale che raggiunge il 95% ed anche il 98%, abbiamo un buon segnale e una buona risposta. Si tratta di un salto considerevole della conoscenza della provenienza del leone.
Questa scoperta che conforta mie vecchie teorie, basate soprattutto su miei studi, e non va presa come una diminuzio del leone di Venezia. Anzi, dimostra ancora di più quanto Venezia fosse attiva così lontano da lei ed in tempi così remoti. Questa è una statua meravigliosa, e come tante statue di bronzo, detiene dentro e fuori di sé un sacco di segreti di emozioni e di storie da raccontare.
Per esser ancora più chiari il leone, che potrebbe essere stato in origine uno zhènmùshòu, ovvero una scultura funeraria cinese della dinastia Tang, che governò tra il 609 e il 907 d.C. (originariamente munita di corna come ipotizzò la studiosa Bianca Maria Scarfì in base ai tagli che ancora oggi sarebbero evidenti sulla testa del felino), ed utilizzata per proteggere le tombe. A portarla a Venezia, si ipotizza, potrebbero essere stati il padre e lo zio di Marco Polo nella prima metà del 1200, al ritorno di uno dei loro viaggi dalla corte del Gran Kan.