Oggi vi regaliamo un esempio plateale di manipolazione del testo ebraico originale della Bibbia che ha dato vita alle inesistenti figure di Satana, Lucifero, Belzebù e Belfagor
Questa volta vogliamo stupirvi con effetti speciali! Vi riveleremo che il Diavolo, incubo di tutti i fedeli cristiani, semplicemente non esiste! Non ci credete? E allora andiamo a verificare insieme questa affermazione.
Tutto comincia con l’invenzione del “cristianesimo” da parte di Paolo di Tarso, che come abbiamo visto, prende la storia presumibilmente reale del rabbi ebreo messianista Yeoshua ben Yussuf (Giosuè figlio di Giuseppe, meglio conosciuto come Gesù Cristo), morto in croce perché stava organizzando una ribellione contro i romani, e la impasta abilmente con quei rami della filosofia greca che conosciamo come platonismo e neoplatonismo, e la infarcisce dando a Gesù poteri attribuiti a figure storicamente conosciute come ad esempio Apollonio di Tiana.
Per dare onorabilità e credibilità alla sua invenzione la fa diventare una prosecuzione dell’Antico Testamento, anche se basta leggere le parole di Gesù per comprendere come non sia affatto il figlio di Yahweh, che Paolo trasformò nel Dio unico dei cristiani.
Sorse allora la necessità di creare la controparte cattiva di Dio, quella che tenta l’uomo e porta il male nel mondo, in modo da giustificare il fatto che, seguendo le leggi divine, si potesse approdare alla salvezza dell’anima. Sono nati così Satana e i suoi compagni di merende Belfagor, Belzebù, Asdmodeo e via su questa strada.
Da cosa, esattamente? Satana, o meglio, il satàn, il cui significato letterario è “avversario”, nella Bibbia è nominato 18 volte. Cosa è nella realtà? Il satàn è un ruolo a tempo da svolgere, a mo’ di pubblica accusa, contro qualcuno. Tale ruolo è assegnato di volta in volta ad un essere umano (o a un Elohìm) che, terminato il suo compito, cessa di essere satàn.
In 1Samuele 29, al versetto 4, il termine satàn è addirittura attribuito (come avversario o nemico a seconda delle versioni) a Re Davide, alla cui stirpe, secondo la Chiesa, appartiene Gesù: “I capi dei Filistei furono tutti contro di lui e gli intimarono: «Rimanda quest’uomo: torni al luogo che gli hai assegnato. Non venga con noi in guerra, perché non diventi nostro nemico (satàn) durante il combattimento. Come riacquisterà costui il favore del suo signore, se non con la testa di questi uomini?». Se il satàn nominato fosse il Diavolo, Gesù dunque discenderebbe da Satana?
Molto divertente anche la nascita di Lucifero! Tutto vien fuori da uno scritto satirico contenuto in Isaia 14 e diretto ad un personaggio che pensava di diventare più importante di Elyon (il capo degli Elohìm), che nelle traduzioni in italiano diventa l’“Altissimo”.
In realtà Isaia parla forse di Nabonedo, il re di Babilonia sconfitto da Ciro il Grande che nel 539 consentì il ritorno degli Ebrei in Palestina, o molto più probabilmente del secondo successore di Ciro, Serse: “Come mai sei caduto dal cielo, Lucifero, figlio dell’aurora? Come mai sei stato steso a terra, signore di popoli? Eppure tu pensavi: Salirò in cielo, sulle stelle di Dio innalzerò il trono, dimorerò sul monte dell’assemblea, nelle parti più remote del settentrione. Salirò sulle regioni superiori delle nubi, mi farò uguale all’Altissimo”.
Strappa invece al lettore una risata di vero gusto la nascita dei nomi Belfagor e Belzebù. In numeri 25, versi 1-5, si legge: “Mentre Israele si trovava a Scittim, il popolo cominciò a darsi alla fornicazione con le figlie di Moab. Esse invitarono il popolo ai sacrifici dei loro dèi, e il popolo mangiò e si prostrò davanti ai loro dèi. Così Israele si unì a Baal-Peor, e l’ira dell’Eterno (di Yahweh) si accese contro Israele. L’Eterno (Yahweh) quindi disse a Mosè: «Prendi tutti i capi del popolo e falli uccidere ed impiccare davanti all’Eterno all’aperto, in pieno sole, affinché l’ardente ira dell’Eterno si allontani da Israele». Così Mosè disse ai giudici d’Israele: «Ciascuno di voi uccida dei suoi uomini coloro che si sono uniti a Baal-Peor»”.
Baal-Peor era l’Elohìm dei Moabiti. Questo nome in greco è stato translitterato in Balfegor, e poi è diventato il Belfagor a noi noto.
La stessa cosa è successa con Belzebù. In 2Re 1 troviamo questi versi: “Acazia cadde dalla finestra del piano di sopra in Samaria e rimase ferito. Allora inviò messaggeri con quest’ordine: «Andate e interrogate Baal-Zabub, dio di Ekròn, per sapere se guarirò da questa infermità».
Ed è questo che per noi è diventato Belzebù, che con il “dio di Ekròn” davvero non c’entra nulla.
Chiudiamo con curiosità che speriamo stuzzichino il vostro interesse. Nella Bibbia esiste l’inferno? Assolutamente no. C’era la differenza tra Farisei che credevano nella vita dopo la morte (e Gesù era un Fariseo), mentre i Sadducei no. E nel libro dell’Ecclesiaste, capitolo 3 verso 19, leggiamo: “Infatti la sorte degli uomini e quella delle bestie è la stessa; come muoiono queste muoiono quelli; c’è un solo soffio vitale per tutti. Non esiste superiorità dell’uomo rispetto alle bestie, perché tutto è vanità“.
Infine, nei Vangeli ci dicono che la Geenna citata da Luca, Marco, Matteo e da Giacomo sia l’Inferno.
Cosa ci dice invece l’OxfordLanguages, dizionario online nato dalla collaborazione tra Google e la celebre università inglese a proposito della Geenna? Leggiamolo: è “La valle di Ennom a sud-ovest di Gerusalemme, maledetta dal re Giosia (perché sede del culto di Moloch, cui venivano offerti sacrifici umani) e destinata a immondezzaio della città; poiché vi ardeva continuamente il fuoco, nel Vangelo è presa a simbolo dell’Inferno“.
Buon fine settimana!