Il sesto spettacolo della rassegna “L’Essere e L’Umano” ideata da Simona Tortora adatterà la famosa tragedia di Euripide affrontando l’orrore della guerra in un’ottica attuale
Dopo aver ospitato diversi spettacoli di compagnie esterne nel corso dell’anno, sul finire dell’edizione numero otto de “L’Essere e l’Umano” è tempo di due produzioni originali di Artenauta teatro: “Troiane” diretto da Antonello Ronga ed “Ernesto” diretto da Simona Tortora.
Si inizia con lo spettacolo ispirato alla tragedia di Euripide che andrà in scena questa sera alle 20:45 al teatro Diana di Nocera Inferiore. Il complesso racconto delle donne sopravvissute alla lunga guerra di Troia consce della prospettiva futura di una costante schiavitù rivive nell’adattamento firmato da Antonello Ronga con l’aiuto regia di Simona Tortora che sovrappone le guerre di un tempo con quelle che quotidianamente caratterizzano l’attualità come a voler sottolineare che, al netto dei cambiamenti storici, l’orrore resta il medesimo.
Per parlare di “Troiane”, sesto spettacolo per “L’Essere & L’Umano”, rassegna firmata da Artenauta Teatro e ideata da Simona Tortora, con l’organizzazione di Giuseppe Citarella e il patrocinio del comune di Nocera Inferiore, abbiamo chiacchierato con il regista Antonello Ronga.
Da dove nasce l’esigenza di portare in scena un testo appartenente al teatro classico?
«Non è la prima volta che mi approccio ad un testo classico, perché credo che la drammaturgia dell’antica Grecia sia la base del teatro. Credo che conoscere questi personaggi, approfondire le storie “antiche” sia l’abc, per chi fa questo lavoro. Il teatro nasce con la tragedia, con l’insegnamento che doveva essere dato alle persone anche più comuni. Per quanto riguarda la scelta de “le Troiane” io ci sono legato, credo che sia la tragedia a cui sono più affezionato per quello che racconta, per come viene raccontato e perché sposa in qualche maniera anche il mio modo di fare teatro. Non si tratta affatto di una scelta retrò: al netto delle varie contaminazioni che ci possono essere, un testo di 2500 anni fa non è affatto antico, anzi penso che sia quasi più moderno dei testi scritti oggi. Inquadra delle situazioni, dei periodi storici che noi purtroppo viviamo, che sono davanti ai nostri occhi e che magari in maniera impotente non riusciamo a comandare. Quindi il monito dell’antica Grecia di far capire cosa è giusto e cosa è sbagliato, di far capire dove la legge deve arrivare, cosa succede se non si rispetta la legge forse dovrebbe esserci ancora di più. Ben vengano allora le tragedie greche perché ancora di più ci rendiamo conto che viviamo in un mondo di sopraffazioni, di abusi, di genocidio, un mondo in cui la violenza, la guerra e le nefandezze inficiano il genere umano. La stessa Antigone viene punita perché compie un gesto di carità. Un po’ come quando arriva un barcone con gli immigrati e questo viene bloccato dalla legge: insomma è più attuale di quanto si possa pensare».
Analizziamo la fase di scrittura del testo.«Ci sono situazioni che vengono costruite con gli attori: lì subentra l’empatia dell’attore e il talento ma chiaramente la drammaturgia è frutto di un mio pensiero, di una elaborazione e di una rielaborazione. Come vedrete non c’è un’ambientazione storica precisa siamo in un momento in cui ci sono le guerre, per esempio, lo spettacolo comincia con delle lettere originali dei primi del ‘900 che riguardano quindi la Prima guerra mondiale».
In scena ci saranno 21 attori: è stato difficile gestire tante persone?
«È una cosa che non mi ha mai spaventato: 20,30,40 attori non è mai stato un problema poi lo spettacolo in alcuni punti assume anche una dimensione corale e quale testo miglior di una tragedia greca per raccontare questa coralità!»
Cosa vedremo questa sera al Diana?
«La messa in scena è molto semplice: non avremo una scenografia ma avremo delle anime, non avremo ambientazioni importanti ma avremo dei corpi, non avremo dei costumi importanti ma avremo delle voci. Credo sia questa la summa più importante, l’incipit del vero teatro: riuscire ad arrivare anche senza il mezzo ol’espediente ma con la passione. Sono sempre felice ed entusiasta di lavorare con Artenauta: è un gruppo di lavoro straordinario e anche se non sono professionisti si affidano completamente a me e si comportano come tali prendendo tutto con grande impegno e con grande passione».
Per info, prenotazioni e per acquistare il biglietto, è possibile rivolgersi al botteghino del teatro Diana dalle 18:00 alle 20:30, oppure telefonare al 3287892486 o al 3394212114.
Fabrizio Manfredonia