Il quinto spettacolo della rassegna ideata da Simona Tortora racconta l’amore e i sentimenti al tempo dei social in una commedia scritta e diretta da Francesco Lagi
Questa sera al teatro Diana di Nocera Inferiore alle 20:45 andrà in scena “Meno di due” scritto e diretto da Francesco Lagi con Anna Bellato, Francesco Colella e Leonardo Maddalena. Lo spettacolo è il quinto dell’anno per l’edizione numero otto de “L’Essere e l’Umano” rassegna firmata da Artenauta Teatro e ideata da Simona Tortora, con l’organizzazione di Giuseppe Citarella e il patrocinio del Comune di Nocera Inferiore.
Amore, sentimenti, incontri ai tempi dei social: questo e molto altro è “Meno di due”. Sfruttando i toni classici della commedia sentimentale e, partendo dall’incontro di due estranei conosciutosi sulla rete e che sulla rete hanno iniziato a inviarsi immagini a parlarsi ed “incontrarsi”,il testo cerca di indagare i rapporti d’amore. Il dialogo tra i due, cui si aggiungerà un terzo personaggio, spazierà dalla preistoria ai giorni nostri, invitando il pubblico ad una riflessione attiva su quello che siamo e su come lo siamo diventati.
Per parlare di “Meno di due” abbiamo fatto quattro chiacchiere con Francesco Lagi, regista e autore che recentemente ha diretto anche due serie tv di successo, “Summertime” su Netflix e “Un amore” su Sky.
Come nasce “Meno di due”?
«Diciamo che la scrittura è partita da più desideri; certamente il primo è stato quello di vedere insieme in scena gli attori che poi veramente hanno incarnato lo spettacolo. Quando scrivo ho già in mente chi lo metterà in scena: ho pensato e scritto questa cosa per loro, ripensando alle loro biografie, all’impronta che potevano dare. Mi piace raccontare come le persone si trovano a livello di affinità e sentimenti rispetto al tema del trovarsi e del capirsi. Più passano gli anni e più mi sembra che si tratti di temi molto interessanti. Il capirsi e il non rimanere soli».
Di cosa parla lo spettacolo che vedremo stasera?
«Racconta il primo incontro di persone non più giovanissime che si trovano, con le loro delusioni, la loro vita e dopo essersi conosciuti su di una delle tante app di incontri, a dover frequentarsi. Uno dei temi centrali è il dare corpo, il dare realtà, il dover confermare quello che è stato promesso di essere. Nella commedia, perché si tratta di una commedia sentimentale, nei dialoghi, si parla anche di alcune iscrizioni rupestri che i due trovano in una grotta che visitano; c’è il disegno di un uomo e una donna stilizzati e loro non riescono a capire cosa questi uomini primitivi stiano facendo. Stanno parlando? Stanno ballando? Sembra che questo si riverberi nel loro presente».
E che esito avrà l’incontro?
«È compito dello spettatore capire come sia andata a finire: parlando di sentimenti, cerchiamo di andarci cauti. Ci vuole del tempo, è umano non avere le idee chiare e a volte la vita non è così lineare e non tutto sembra andare come deve».
Il titolo è molto particolare. Da dove arriva?
«Nasce da una serie di suggestioni che abbiamo avuto leggendo e rispetto ad alcune cose che i personaggi si dicono: la coppia è fatta di due, a volte meno di due».
Parliamo della costruzione dello spettacolo.
«Una fase di scrittura è fatta a casa ma molto arriva durante le prove, scoprendo cose. È un lavoro molto aperto. La nostra ricerca teatrale è fatta di scrittura, di sonorità. So che il percorso che stiamo facendo è fatto di temi che ci piace raccontare di volta in volta».
Visivamente, cosa ci sarà in scena?
«Le scenografie di tutti i nostri spettacoli, e questo non fa eccezione, sono molto essenziali. Tendiamo a creare delle sintesi, non c’è nulla di simbolico».
Per info, prenotazioni e per acquistare il biglietto, è possibile rivolgersi al botteghino del teatro Diana dalle 18:00 alle 20:30, oppure telefonare al 3287892486 o al 3394212114.
Fabrizio Manfredonia