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La mitologia indiana, quella sumero-accadica, quella greca e quella cristiana ci confermano tutte che gli dei, per quanto vivessero a lungo, non erano immortali

Avevamo anticipato, la scorsa settimana, che avremmo parlato della mortalità degli dei, che pare – a leggere i testi di varie provenienze – avessero vita molto lunga ma morissero comunque. E allora andiamo a qualche esempio significativo: partiamo dal dio hindu Krishna. La sua biografia ce lo descrive come eroe e divinità dell’India. Si ritiene che in origine fosse l’eroe della tribù degli Yadava, riassumendone la saggezza e la virtù guerriera. Successivamente divenne la divinità adorata dalla tribù stessa, e infine si fuse con Visnù, di cui fu considerato un’incarnazione.
Secondo la tradizione hindù, la morte fisica di Krishna, così come fu calcolata dall’astrologo Āryabhaṭa (V secolo d.C.), corrisponde al nostro 18 febbraio 3103/3102 a.C.
Tra l’altro la morte di questo dio hindù ci incuriosisce non poco. Perchè? Perchè morì “per errore” per mano di un cacciatore. Come? Presto detto: “il cacciatore lo colpì con una freccia alla pianta di un piede, l’unica parte del corpo in cui fosse vulnerabile“. Non ricorda forse fin troppo da vicino la morte dell’eroe omerico Achille? Evidentemente Omero si è ispirato per l’Iliade anche a queste fonti indiane, di cui evidentemente aveva conoscenza.
Ma, visto che siamo in Grecia, occupiamoci ora dei capo degli dei: Zeus per l’Ellade, Giove per i Romani. Bene. Zeus nelle leggende è nato a Creta ed è scampato alla morte per mano del padre, Saturno, grazie alla madre Rea, che lo nascose nella grotta di Psychro. Ma a Creta Zeus, sentendosi vicino alla morte, chiese anche di esservi sepolto. Ed infatti si vuole che la sua tomba sia sulla cima antropomorfa di Yuktas. Per Zeus non abbiamo riferimenti temporali, ma di certo si sa, da quella che noi chiamiamo mitologia ma che deve avere più di una verità all’interno, che Zeus è morto!
Veniamo al cristianesimo, figlio come detto più volte della fantasia di San Paolo e dell’utilizzo arbitrario della Bibbia ebraica per dare un passato e una credibilità alla nascente religione.
«Io ho detto: “Voi siete dèi, siete figli dell’Altissimo. Eppure morrete come gli altri uomini e cadrete come ogni altro potente”».
Così nella Bibbia il Salmo 82 ci parla di un’assemblea degli dei presieduta da Elyon, tradotto normalmente in italiano con l’Altissimo. Curioso che, di fronte alla necessità di salvaguardare il monoteismo, in questo caso e solo in questo la parola Elohim, sempre tradotta come Dio nella Bibbia cristiana, acquisti stranamente il significato di “giudici“.
Ma anche nella traduzione cristiana il verso 6 resta “Io ho detto: “Voi siete giudici, siete tutti figli dell’Altissimo” (rispettando però i termini ebraici originali, il testo è: voi siete Elohim, siete tutti figli di Elyon).
Questa citazione è stata poi attribuita anche a Gesù in Giovanni 10, 34, quando dice: «Non è forse scritto nella vostra Legge: “Io ho detto: voi siete déi?”».
In ogni caso, come evidenziato in altri articoli, l’eternità di Dio è una pia invenzione teologica: nel dizionario di ebraico ed aramaico biblico della societa biblica britannica, ma anche nel molto più modesto dizionario curato da Philippe Reymond che io posseggo, la parola “olam“, tradotta teologicamente sempre e solo con “eternità“, si riferisce in realtà ad un tempo di durata non determinata o addirittura ad un luogo non conosciuto, come nell’uso che se ne fa in Salmi 23 verso 7. Qui viene tradotto normalmente con “Alzate, o principi, le vostre porte, innalzatevi, o porte eterne, ed entri il re della gloria“. La traduzione corretta è peròe “innalzatevi, o porte aperte sul luogo sconosciuto“. E qui ci riallacciamo alla storia del personaggio dei fumetti Superman – creato da due ebrei – di cui abbiamo recentemente parlato: egli proviene dal pineta Krypton, che appunto in greco significa nascosto, non conosciuto. Quindi gli ebrei di allora non sapevano da dove Yahweh provenisse in realtà.
Va detto, in aggiunta, tornando al Salmo 82, che la parola giudici in ebraico non è elohim ma “sciofetim“, come riporta anche il Rav Dario Disegni, capo della comunità ebraica italiana, nella sua Bibbia Ebraica (Pentateuco e Haftaroth), pagine da 444 in poi. Ve lo immaginate lo stupore dei “giudici” quando Dio gli dice: «Voi siete dèi, siete figli dell’Altissimo. Eppure morrete come gli altri uomini e cadrete come ogni altro potente?».
Immagino i “giudici” guardarlo e rispondere: «ma com’è che dovremmo morire, se non come tutti gli altri uomini?».

Di Gigi Di Mauro

Giornalista con esperienza quasi quarantennale, è educatore e pedagogista clinico. Da oltre un ventennio si dedica allo studio della storia comparata delle religioni, ottenendo nel 2014 dal Senato accademico dell'MLDC Institute di Miami una laurea Honoris Causa in studi biblici. È autore di alcuni saggi, tra i quali uno sulle bugie di storia e religione